Samuraijai intevista
Credits: IG @samuraijay
in ,

Samurai Jay: «Sono partito dal punk per arrivare all’urban»

Samurai Jay ci ha raccontato il suo passaggio dalla musica punk allo stile urban in una città come Napoli. Ascolta e leggi l’intervista!

Samurai Jay ci ha raccontato il suo passaggio dalla musica punk allo stile urban in una città come Napoli. Ascolta e leggi l’intervista!

album-art

Samurai Jay: «Sono partito dal punk per arrivare all’urban»

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Diego Belfiore a Samurai Jay all’interno di Giovane Fuoriclasse: il programma serale di Radio LatteMiele in onda ogni venerdì dalle 21.00.

1_ Prima di cimentarti nel genere urban hai fatto tante esperienze.

Ho suonato per un po’ di tempo nei centri sociali, dai 15 ai 18 anni ho fatto tour in condizioni indicibili: dormivano in cinque persone in una Seat Ibiza insieme ai nostri strumenti.

2_ Cosa è cambiato da quando, nel 2018, sei entrato nel mondo urban?

Semplicemente la mia percezione, la percezione del mio potenziale. Quando ho deciso di creare “Samurai Jai” volevo creare qualcosa di personale. Quando fai parte di una band bisogna mettere d’accordo più teste, non è facile far capire la tua visione ad altre quattro persone. Ad un certo punto mi sono stancato delle persone che stavano insieme a me, rallentavano il processo. Ho deciso, quindi, di allontanarmi.

3_ Sei rap ma hai un’influenza quasi dance, ti sei ispirato anche alla California.

“Respira” è stato l’inizio di questa nuova ondata che adesso porterò avanti sempre di più. La California è stata un’ispirazione per le produzioni punk.

Samurai Jay: «Sono partito dal punk per arrivare all’urban»

4_ Quando ci si espone si guarda anche a quello che fanno gli altri, tu invece non ci hai mai pensato.

All’inizio un po’ sì perché dovevo farmi conoscere e accettare, invece adesso che ho un po’ di pubblico e anche qualche soddisfazione, voglio arrivare alle persone per quello che sono veramente.

5_ “Colpa mia, gelosa” è il tuo ultimo singolo. Ti piacciono quindi le ragazze un po’ gelose? 

Un po’ di gelosia è importante, quella sana naturalmente. Se è troppo poco vuol dire indifferenza, quando invece è troppa, è pressione.

6_ Raccontami i primi passi per nascere in una città come Napoli.

La mia esperienza è iniziata andando ai concerti delle band emergenti e mi davo da fare anche per cercare i componenti della mia band. Ho usato lo stesso approccio per l’urban. Ho iniziato, quindi, ad andare alle serate dove c’erano solo trapper, mi facevo vedere. Da lì ho iniziato a cercare gli organizzatori, l’artista, il manager, ho creato il mio piccolo network, piano piano.

7_ Come hai inquadrato la musica italiana all’estero?

Il problema della musica italiana non è il sound, l’unico limite è la lingua italiana che è una delle lingue più complesse, anche da leggere. Ad oggi posso dire stiamo un po’ rompendo le barriere.

8_ C’è chi dice che ci siamo fatti influenzare troppo da ciò che c’è fuori.

Sono d’accordo, la musica italiana ha il suo cantautorato, le sue melodie, noi rischiamo di farci influenzare troppo.

Written by Redazione Lattemiele

Il miglior repertorio musicale 24 ore su 24, spaziando dagli anni ‘70 ad oggi con una scaletta attentamente studiata e selezionata.

simone rossi bio programma

Fin qui tutto bene – 3 marzo

rayanseventeen intervista

Rayan Seventeen17: «Vi racconto come ho esasperato il mio personaggio»