Enrico Nigiotti ci ha raccontato del singolo “Ninnananna” e del tour acustico di dicembre. Leggi e ascolta l’intervista al cantante!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Andrea D’Agostino e Anna Patti a Enrico Nigiotti all’interno di Arena Lattemiele: il programma pomeridiano di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 14.00.
1_”Ninnananna” in acustico è un’emozione unica.
Ho sempre preferito le versioni acustiche delle canzoni. È come se si sentisse la prima stesura del pezzo, arriva proprio il vero messaggio.
2_ Sono momenti intimi e preziosi. È come sentire la nascita di una canzone.
È una scommessa perché butti giù delle idee per necessità, ma non sai che fine faranno. Potranno diventare canzoni, oppure, rimarranno per anni dei memo di quaranta secondi nei telefonini.
Non sempre le canzoni sono pronte per essere concluse, magari rimangono lì del tempo.
Credo sia una cosa che capita quando scrivi per tua volontà e non per lavoro altrui. Gli autori fanno un altro mestiere e rimangono in studio a scrivere per ore e ore. Io non uso quella tecnica.
Posso trascorrere anche sei o sette mesi senza scrivere nulla, poi arriva una canzone dopo l’altra. Mi capita perché scrivo solo quando ne ho bisogno, se sono felice… Esco (ride, ndr).
3_ Tu scrivi canzoni anche con valore terapeutico, per elaborare quello che ti sta accadendo.
“Ninnananna” è una delle poche canzoni scritte perché volevo imprimere il momento che stavo vivendo. Ho provato a scriverla anche durante la gravidanza, ma non riuscivo perché avevo bisogno di vivere tutta quella felicità.
Scrivendo il pezzo ho capito che è difficile parlare di un sentimento positivo. Se descrivi la felicità rischi di cadere nel banale, il dolore invece è come un altoparlante. Tutti sanno spiegare quando soffrono, quando si è felici non si riesce.
Il sorriso non ha bisogno di parole, forse, le lacrime si. Nessuno chiede spiegazioni quando sei felice, se stai male tutti sono pronti a chiederti “perché”.
4_ I tuoi pezzi sono molto legati alla sfera della famiglia.
L’altro giorno in un video ho ringraziato per la bella accoglienza riservata al brano.
Se vado a vedere le altre canzoni, come “Nonno Hollywood” o “Notti di luna” (scritta durante il lockdown a Capraia, ndr) e le unisco, ottengo un album fotografico della mia vita attuale.
Non riesco a scrivere di quello che non sto provando. Magari è ciò che sta succedendo a qualcun altro fan e ci si rivede nel brano.
Alla fine io sono come tutti gli altri: non faccio il barista o il muratore, come i miei amici, ma vivo comunque la loro stessa vita.
5_ La tua vita non è elitaria, altrimenti sarebbe difficile parlare agli altri.
Non ho mai cambiato la mia vita. Ho sempre voluto fare questo lavoro perché mi piace e chi non lo fa penso sbagli (ride, ndr).
Dico sempre che “la ricchezza sta nel semplice” (verso di “Nonno Hollywood”, ndr) come il bar di paese o l’osteria. È impagabile una vita così.
6_ Testi semplici ma non banali. Non è facile ottenere un equilibrio.
Sono i bignami delle emozioni. È complicato riassumere ciò che si prova e spiegarlo, è meglio girarci intorno usando metafore.
Io preferisco spiegarti quello che provo e cercare il modo per farlo capire. Non è per chi ascolta ma per me: sono pignolo sui testi, mi correggo e censuro spesso.
7_ Hai un tour in programma.
Un mini tour acustico a dicembre di tre date: Roma, Milano e Firenze, dove spiegherò le canzoni.
Avrò il mio chitarrista e il mio pianista, sarà un concerto intimo con aneddoti che faranno ridere ed emozionare.