Francesco Baccini ci ha parlato dell’ultimo album “Archi e frecce” e dei progetti futuri. Leggi e ascolta l’intervista al cantante!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Sabrina Ganzer a Francesco Baccini all’interno di Tutti amano il weekend: il programma del weekend di Radio LatteMiele in onda il sabato e la domenica dalle 13.00.
1_ Dopo trent’anni di carriera e una dozzina di album, ad aprile 2023 è uscito il disco “Archi e frecce”: 19 brani realizzati con un quartetto d’archi femminile.
Credo che siano 14 o 15, ma c’è anche un live. Il quartetto Alter Echo String Quartet è genovese, ma provengono da tutta Italia.
Il disco riassume quello che è il mio modo di fare musica. Sono partito con quella classica, ho fatto 8 anni di pianoforte, poi ho scoperto rock, blues e rock’n’roll.
Fin dal primo album ho giocato con tutti i generi musicali. Se pensi ai miei tre successi “Sotto questo sole”, “Le donne di Modena” e “Ho voglia di innamorarmi” potrebbero essere tre cantanti diversi, sono generi diversi.
La colpa è dei Queen, perché furono la prima band che ascoltai dopo la musica classica. Freddy Mercury aveva un’impostazione classica. I primi CD mi piacevano perché ogni canzone era diversa.
Mi diverto a giocare con i generi musicali. Di nuovi generi, dopo rap e punk, non ce ne sono stati, sono tutte derive.
2_ Nell’album è presente anche una nuova versione di “Ho voglia di innamorarmi”. Come nasce questo lavoro?
La musica per me importante. Volevo fare un progetto in cui emergesse.
È un disco acustico, con pianoforte, archi e volte un clarinetto. Finalmente non c’è la batteria.
Ti faccio un esempio: Edoardo Bennato è forte con kazoo, tamburello e chitarra. Se gli dai una band normale non è più lui. Con il mio modo di suonare il pianoforte strampalato, io sono la ritmica.
Anzi, devi immaginartela, ma non ti manca perché c’è il tiro. Per me la ritmica leva delle caratteristiche, come con Paolo Conte. Quando tu hai una caratterizzazione musicale può non servirti nulla. Io mi vesto strano, ma se mi vestissi alla moda non sarei io. Devo essermi libero di vestirmi come voglio.
3_ Ci sono già degli appuntamenti estivi.
Una valanga di concerti, sui social pubblicherò gli aggiornamenti. Sto lavorando a un nuovo album, che oggi non svelo, ma ve ne accorgerete. Sto lavorando a una serie TV.
La mia passione negli ultimi anni è al cinema, a livello recitativo e di colonna sonora. Il prossimo anno farò anche un film con produzione italo-statunitense.
4_ Come nasce la passione del cinema?
La passione l’ho fin da piccolo. Ho scoperto la musica leggera tramite il cinema, che per me è un’arte completa con racconto, immagini e musica. Hai la possibilità di fare una cosa completa.
Uno dei film che ho fatto è “Goffredo e l’Italia chiamò” sulla storia di Mameli, dove interpreto Michele Novaro, che è l’autore della musica dell’inno.
Era famoso all’epoca chi faceva la musica, ma Mameli è morto da eroe in battaglia, quindi si ricorda lui. Michele Novaro non è mai stato interpretato, era oscuro. Come Mameli, era genovese.
Su Prime Video c’è “Zoè”, del 2009 di Giuseppe Varlotta con Antonio Catalano, e su Chili “Credo in un solo padre”, un film duro su violenza familiare e donne. È bello e duro.
Tra le altre cose, vorrei anche tornare a giocare a pallone.