Simone Cristicchi nasce nel quartiere Tuscolano di Roma nel 1977. Fin da piccolo matura due passioni parallele: il fumetto e l’amore per la canzone d’autore. Vince il Cilindro d’Argento nel 2003, il premio per cantautori emergenti di Crotone dedicato a Rino Gaetano.
Due anni dopo firma un contratto discografico con Sony/Bmg. Nello stesso anno pubblica il singolo Vorrei cantare come Biagio che arriva rapidamente nelle zone alte delle classifiche radiofoniche. Il 2005 è un anno fortunato per Cristicchi: l’artista vince il Premio Musicultura, il Premio Giorgio Gaber del Festival del Teatro della Canzone di Viareggio; il premio Carosone come miglior canzone ironica, il Premio artista dell’anno nel festival Dallo Sciamanno allo Showman e il Premio della critica di Musica e Dischi per il Miglior album di debutto. Pubblica il 23 settembre dello stesso album il suo primo album Fabbricante di canzoni.
La 69esima edizione di Sanremo sarà la quinta volta sul palco dell’Ariston per Cristicchi: nel 2006 la prima partecipazione nella sezione nuove voci con il brano Che bella gente, nel 2007 torna per vincere con Ti regalerò una rosa, conquistando anche il Premio della Critica Mia Martini e quello della Sala Stampa Radio-Tv. Meno male è il brano presentato nel 2010 e La prima volta (che sono morto) è quello del 2013, ultima apparizione fino al 2018, quando viene selezionato tra i 24 Big in gara. Nel 2017 ha partecipato al Festival come ospite nella serata dei duetti di Fabrizio Moro ed Ermal Meta, che poi vinceranno la kermesse con la canzone Non mi avete fatto niente.
Abbi cura di me
Adesso chiudi dolcemente gli occhi e stammi ad ascoltare
Sono solo quattro accordi ed un pugno di parole
Più che perle di saggezza sono sassi di miniera
Che ho scavato a fondo a mani nude in una vita intera
Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso
Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo
Perché la natura è un libro di parole misteriose
Dove niente è più grande delle piccole cose
È il fiore tra l’asfalto lo spettacolo del firmamento
È l’orchestra delle foglie che vibrano al vento
È la legna che brucia che scalda e torna cenere
La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere
Perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi
E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri
Tu allora vivilo adesso come se fosse l’ultimo
E dai valore ad ogni singolo attimo
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrò paura di cadere
Che siamo in equilibrio
Sulla parola insieme
Abbi cura di me
Abbi cura di me
Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro
Basta mettersi al fianco invece di stare al centro
L’amore è l’unica strada, è l’unico motore
È la scintilla divina che custodisci nel cuore
Tu non cercare la felicità semmai proteggila
È solo luce che brilla sull’altra faccia di una lacrima
È una manciata di semi che lasci alle spalle
Come crisalidi che diventeranno farfalle
Ognuno combatte la propria battaglia
Tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia
Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso
Perché l’impresa più grande è perdonare se stesso
Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo
Anche se sarà pesante come sollevare il mondo
E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte
E ti basta solo un passo per andare oltre
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrai paura di cadere
Che nonostante tutto
Noi siamo ancora insieme
Abbi cura di me qualunque strada sceglierai, amore
Abbi cura di me
Abbi cura di me
Che tutto è così fragile
Adesso apri lentamente gli occhi e stammi vicino
Perché mi trema la voce come se fossi un bambino
Ma fino all’ultimo giorno in cui potrò respirare
Tu stringimi forte e non lasciarmi andare.
Abbi cura di me.