Parliamo di album-avvenimento non per manie di protagonismo o preferenze sbandierate. Il nuovo disco del rapper Achille Lauro – in uscita il prossimo 12 aprile – prende ispirazione proprio dai fatti storici, le scoperte e appunto gli avvenimenti, che hanno interessato nello specifico l’annata 1969: un anno denso, ricco, degno di esser ricordato e celebrato.
Non a caso, dopo le foto postate inerenti la nascita, crescita e infanzia di Lauro, le Instagram stories del cantante romano si sono trasformate in spezzettoni di video dell’epoca con tanto di specifiche a cui viene affidato il compito di teaser, mettendo i puntini sulle i:
1969: Pelé segna il suo storico gol numero 1000 al Maracanà su rigore. 1969: esce Led Zeppelin II, secondo disco dei Led Zeppelin che raggiunge 12milioni di copie vendute. 1969: John Lennon e Yoko Ono si sposano alla rocca di Gibilterra. 1969: Amstrong comandante dell’Apollo 11 è il primo essere umano a camminare sulla superficie lunare. 1969: Jim Morrison, leader dei Doors, al concerto di Miami al Dinner Key Auditorium viene arrestato per atti osceni durante lo spettacolo. 1969: esce Easy Rider diretto e interpretato da Dennis Hopper, con Peter Fonda. 1969: viene realizzato il primo impianto di un cuore artificiale su un uomo. 1969: esce il film Satytiricon scritto e diretto da Federico Fellini. 1969: i Beatles sorprendono Londra improvvisando un concerto sul tetto di un edificio. 1969: si svolge il festival di Woodstock, una manifestazione che accoglie più di 500.000 persone.
«Ciao carissimi, ho chiesto di scrivere questo comunicato personalmente per eliminare la distanza tra me e voi. Dopo tutto quello che è successo in questo mese, ci tenevo particolarmente a ringraziarvi» scrive l’artista di suo pugno in quello che è il comunicato stampa di presentazione del disco.
«Sanremo è stata un esperienza incredibile; e il vostro appoggio è stato determinante» continua il cantante di Rolls Royce, canzone in gara durante la sessantanovesima edizione del Festival della canzone italiana.
«Era tempo che lavoravo a questo nuovo genere, che prende dal passato e cerca di guardare al futuro. Il vostro apprezzamento e l’interessamento da parte di un pubblico più vasto, mi ha permesso di provare a dare poco peso a quello che dicevano su di me e a sognare di fare musica senza tempo. Da quando è finito Sanremo mi sono chiuso in studio, 20 ore al giorno ad immergermi in questo nuovo progetto che il 12 aprile sarà fuori ovunque, vi presento “1969”» conclude così Lauro.