Irama ci insegna che dobbiamo imparare a farci “suonare dalla vita”, come recita la sua canzone. Leggi e ascolta l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Claves e Simone Rossi a Irama, Big in gara alla 71esima edizione del Festival di Sanremo, all’interno di A Tu per Tu con Sanremo: lo speciale programma di Radio LatteMiele in onda dalle 17.00 alle 20.00 durante la kermesse musicale.
1_ Come stai? Non ti sei potuto esibire a causa della “situazione Covid”.
Bene, la salute prima di tutto. Il tampone è negativo. I membri del mio staff che sono risultati positivi stanno bene.
2_ Cosa stai facendo in questi giorni? Solitamente voi cantanti avete impegni ben precisi tra prove, esibizioni e interviste. Avendo “eliminato” le prime due, la chitarra ti è di aiuto in qualche modo?
Tantissime interviste, chitarra e gin tonic.
3_ Ti riguardi mai quando fai qualcosa di televisione?
No, sono uno str***o. Sono molto critico con me stesso, più che con gli altri. Ogni tanto mi sforzo e mi riguardo. Questa volta mi sono dovuto riguardare per forza.
La prima sera – fa ridere – ero appena entrato in casa quando ho accesso per sbaglio la televisione ed è partita proprio la mia esibizione. Sembravo Simba. Non scherzo, la situazione è grave!
4_ In merito alla tua canzone “La genesi del tuo colore”, i momenti di sofferenza non sono per forza momenti negativi. Vi può nascere davvero qualcosa di buono?
Sì. Da qualsiasi momento in generale può nascere qualcosa, in negativo o positivo. È un discorso su cui potremmo perdere un giorno. La nascita di qualcosa non sta a noi giudicarla: non abbiamo una bilancia morale così adatta.
Semplicemente dobbiamo accoglierlo e farci suonare dalla vita, come dice la mia canzone.
5_ Siamo andati a curiosare su Youtube i commenti dei tuoi fan. Ti immaginano all’Eurovision Song Contest.
Sarebbe una figata, lì almeno potrei esibirmi! (ride, ndr). È bello pensare che radio, media e giornali sostengano l’internazionalità di noi artisti, indipendentemente se si tratti di me o di un altro.
Noi giovani abbiamo la responsabilità di raccontare la nostra Nazione, la culla della civiltà, e di portarle all’estero. Io come altri, voglio farmi carico di questo compito.
6_ Per la serata delle cover hai scelto di omaggiare Guccini. Su Instagram hai pubblicato un post in cui ricordi quella volta che hai fatto due ore di coda per avere il suo autografo. Hai avuto modo di sentirlo? Ti ha dato un parere?
C’è stato un confronto artistico. Sono una persona che cerca di non disturbare, non gli ho scritto molto. Lui è il mio mito in assoluto, insieme a Fabrizio De Andrè. In un momento storico così particolare non è semplice. Quando è arrivata la sua benedizione è stata una delle cose più belle della mia vita.
Irama: “Dobbiamo imparare a farci suonare dalla vita”
7_ Non tutti conoscono Guccini, l’hai fatto scoprire ai fan più giovani che magari non conoscevano questo tipo di musica.
Spero di aver fatto conoscere ai più giovani un mondo che rimarrà indelebile in eterno. La sua musica è immortale.
8_ Se non avessi fatto il cantante, cosa avresti fatto? Avevi un piano B?
Non ho mai voluto averno uno. È una cosa che mi è sempre stata detta, giustamente anche per tutela, fin da giovane. Ho la fortuna di arrivare una famiglia molto acculturata che stimo. In futuro spero di essere almeno l’1% di quello che sono loro. C’è sempre stata una grande responsabilità sotto questo punto di vista.
Ho sempre avuto una precisa visione e la determinazione di voler fare ciò che ho scelto. Non ho mai avuto un piano B e non l’ho mai avuto: sarebbe stato una scusante e io non vivo di scuse. Piedi a terra e lavorare.
9_ Come sei messo con il nuovo album? Ci sono anche due nuove date in programma a ottobre, nelle città di Roma e Milano.
Dipende da quando finirò di scriverlo. Il mio intento è portare nuova musica nei palazzetti. Voglio finirlo. È un disco reale, non artefatto e quindi dipende solo da me.