Maninni ci ha raccontato i perché della scelta di prendersi due anni di pausa. Leggi e ascolta l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Diego Belfiore a Maninni, all’interno di Giovane Fuoriclasse: il programma serale di Radio LatteMiele in onda ogni giovedì dalle 21.00.
1_ Dietro “Senza”, il tuo nuovo singolo e biglietto da visita, c’è un lungo lavoro di ricerca durato due anni.
È partito tutto da un viaggio introspettivo. Stavo cercando il giusto modo per tornare alla ribalta con un nuovo progetto e presentarmi al pubblico con qualcosa che mi caratterizzasse di più. Sono stati due anni abbastanza lunghi in cui ho cercato in tutti i modi di scoprire cosa volessi raccontare e come lo volessi fare. Da qui è nato il mio ultimo singolo “Senza”.
2_ Maninni – al secolo Alessio Mininni – avevi già una visione in mente su chi volevi essere/diventare o è stata più una costruzione che è avvenuta nel corso del tempo?
Non avevo ancora inquadrato bene quale sarebbe stato il mio futuro o meglio ancora, il mio presente. È nato tutto in maniera molto spontanea. Quando vivi delle esperienze e delle situazioni forti, ti renderti conto che quella persona non sei realmente tu.
Inizi a conoscere meglio te stesso anche se, alla fine, non possiamo mai conoscerci al 100%: ogni giorno cambia la nostra visione della vita. Ho costruito ben poco. È nato tutto dell’istinto.
3_ Parlavi del tuo percorso di introspezione e di quanto le tue esperienze passate non ti rappresentino più. Come hai capito che era meglio aspettare piuttosto di continuare a battere il ferro finché era caldo?
A volte nella vita si vivono esperienze belle ed esperienze brutte. Quando accadono quest’ultime, si tende a dare sempre la colpa agli altri che “non ti capiscono e comprendono”.
Quando non riesci a raggiungere un obiettivo, cerchi di capire perché. A un certo punto della mia vita, mi sono guardato indietro e ho iniziato a incolpare me stesso perché magari non mi stavo approcciando alla musica nel miglior modo. Avevo un atteggiamento superficiale.
Da lì, ho capito che dovevo cambiare qualcosa. Non ho voluto forzare la mano. Per questo, mi sono preso due anni di pausa in cui ho lavorato molto su me stesso.
4_ Rispetto a come ti abbiamo conosciuto ad Amici16, talent in cui eri concorrente, hai cambiato anche sound. Chi o cosa ti ha influenzato?
Sì, ho cambiato sound. Le canzoni che ascolto da una vita, il genere che mi ha fatto appassionare alla musica, anche un po’ di rock, gli strumenti suonati dal vivo: tutte le influenze di quando ero piccolo, mi hanno portato a capire che questo sound è giusto per me.
5_ La pausa di due anni: qual è l’aggancio?
Dopo aver pubblicato “Peggio di ieri”, la collaborazione con il mio carissimo amico Marmo. Dopo questo singolo mi sono preso una pausa, dovuta anche un po’ al lockdown e alla situazione che stiamo vivendo. È stata una pausa forzata che mi ha portato frutti ed esperienze che mi hanno permesso di crescere.
6_ Perché hai scelto “Maninni” come nome d’arte?
Ha un bel significato. Tutto nasce alla scuola elementare quando si faceva l’appello. Le maestre sbagliavano costantemente il mio cognome. Mininni, il mio cognome originale, aveva troppe i e n quindi si confondevano sempre. Mi chiamavano Minnini, Minni, Minimi…
Questo poteva essere un problema per la mia carriera, così sono corso ai ripari.
7_ Hai ancora contatti con qualche tuo compagno di Amici16?
Sì, qualcuno lo sento ancora. Si sono create delle bellissime amicizie. Continuo a sentire Riki, abbiamo mantenuto una solida amicizia.
8_ Cosa consigli ai ragazzi che stanno facendo la tua stessa esperienza all’interno del Talent?
Consiglio di mantenere la giusta lucidità e capire come comportarsi. Molto spesso ci si lascia trasportare dagli avvenimenti e si viene sovrastati dalle emozioni. In quei momenti, è necessario restare con i piedi per terra e non cantare vittoria subito.
9_ Cosa ti è rimasto di quest’esperienza che non ti ha lasciato libero al 100%?
Mi è rimasto un bel ricordo. È stata una grandissima esperienza che mi ha formato sotto tutti i punti di vista, partendo dal carattere. La scuola, forse non si percepisce dall’esterno, è veramente difficile e si lavora tantissimo. Mi ha insegnato molto.
Il ricordo che mi è rimasto più impresso è quando ho lavorato con Fabrizio Moro al mio vecchio inedito. Lavorare con un cantautore di quel calibro è stato forte.
Biografia: Maninni
Classe ’97 Alessio Mininni, in arte Maninni, è nato e cresciuto a Bari, luogo in cui si è avvicinato alla musica da bambino, imbracciando una chitarra e ascoltando i suoi idoli, da U2 a Pink Floyd, da Vasco Rossi a Ligabue, artista che gli ha dato il LA per inseguire questo suo sogno. Taciturno ed empatico, ma anche profondamente energico, Maninni ha fatto della musica la sua più grande passione, nutrita con la costanza e l’umiltà di chi ha un obiettivo e lotta per raggiungerlo. Dopo l’esordio discografico nel 2017 con Parlami di Te e il suo ultimo singolo Peggio di Ieri nel 2019, adesso Maninni è pronto per la nuova avventura, che muove proprio da Senza.