Pacifico ci ha raccontato che, anche dopo anni di carriera, “la fortuna si provoca continuando a lavorare”. Leggi e ascolta l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Anna Patti e Carlo Mondonico a Pacifico all’interno di Spoiler: il programma giornaliero di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.30.
1_ Hai scritto per i più grandi interpreti della musica italiana e del cinema.
Sono stato fortunato. Ho cominciato tardi. La mia strana carriera è iniziata quasi a quarant’anni. Poi però ho recuperato.
2_ Con il film “Genitori VS Influencer” torni a scrivere colonne sonore per il cinema, una tua grande passione. Ci racconti?
È una passione che condivido con tantissimi, anche da spettatore. La fortuna è – se scrivi canzoni – che poi ti alzi dalla poltrona con quell’emozione, torni a casa e crei. Fin da ragazzino, la musica dei film era un modo per viaggiare quando ancora non c’erano le compagnie low-cost: guardavo un film di Woody Allen e immaginavo che c’era un umorismo e un modo di divertirsi differente da quello del mio quartiere.
Quando ho iniziato a lavorare, ho avuto la fortuna di essere coinvolto nel progetto di Roberta Torre, il musical Sud Side Stori. Cercavano un musicista che sapesse scrivere, io non avevo mai scritto nulla a livello di testo. Mi buttai, stavo cercando urgentemente lavoro. All’epoca ero filiforme, il digiuno non era male (scherza, ndr).
Andò bene. Ho scoperto di essere in grado di svolgere quel tipo di lavoro. Ho poi avuto la fortuna di essere chiamato da Gabriele Muccino per scrivere una canzone per il film “Ricordati di me”.
Dopo anni, grazie all’incontro con Fabio Volo, mi è stata offerta quest’ultima opportunità.
3_ Ogni volta che parli dei tuoi successi dici “ho avuto la fortuna” ma sei anche bravo, ammettiamolo.
È un misto inesplicabile, se no avremmo tutti scritto il metodo sopra un bigliettini. La fortuna si provoca, continuando a lavorare così quando capita l’occasione ci sei.
4_ “Gli anni davanti” è parte della colonna sonora di “Genitori VS Influencer”. Come si lavora a una colonna sonora: avevi richieste in particolare da parte della regista Michela Andreozzi? Una sceneggiatura da seguire?
È stato un incontro fortunato che mi ha confortato, in uno dei vari confinamenti. Io e Michela non ci siamo mai incontrati ma solo visti virtualmente. Ci ha messo insieme Fabio Volo, dopo aver letto la sceneggiatura. Ho lavorato sulla sceneggiatura perché non avevano ancora girato le scene. Invece, la canzone “Gli anni davanti” l’ho scritta quando sono arrivate le prime immagini.
5_ Hai scritto per Bocelli, Morandi, Celentano, Venditti, Ramazzotti, Giorgia, Zucchero, Malika Ayane e Ornella Vanoni che abbiamo visto al Festival di Sanremo 2021. Come hai vissuto l’incontro con quest’ultima?
Ho avuto la fortuna – visto che continuo a ripeterlo – di essere coinvolto da lei qualche anno fa. L’avevo già conosciuta, è stato un incontro incredibile con una donna con visioni, impertinenza e intelligenza. Ornella ascolta tre righe e capisce subito il valore di un pezzo.
6_ Com’è avvenuto l’incontro con Gianna Nannini, nel brano “Tu che sei parte di me”?
Gianna è stata il primo incontro che ho avuto appena mi sono affacciato tardivamente al mondo della musica. Avevo appena pubblicato il mio primo disco “Pacifico” (2001), vincitore del Premio Tenco. Ero un po’ la novità e quindi ho attirato l’attenzione degli artisti che volevano sperimentare.
L’ho incontrata a casa sua, ricordo ancora il tavolo in vetro pieno di dischi d’oro, e abbiamo scritto il primo giorno in cui ci siamo visti “Sei nell’anima”. Anche in queste mattine ci stiamo vedendo su Zoom e stiamo lavorando a nuovi pezzi: è un sodalizio che dura da 15 anni.
7_ Con Malika Ayane è una storia che dura da sempre. Non serve neanche che vi parliate per scrivere le canzoni.
Ricordo ancora il primo incontro a Milano ai giardini di Palestro. Non era ancora la Malika Ayane che conosciamo adesso. Era una ragazza che lavorava al call center di un’agenzia pubblicitaria. Mi ricordo che era arrivata con un enorme cappellone bianco a tesa larga. Da lì abbiamo cominciato a lavorare insieme. L’ho vista cambiare e diventare l’autrice che è.
8_ Malika è cambiata molto. All’inizio era un po’ introversa, ora invece ha piena padronanza di sé e del palco.
Sono quegli artisti che, come Ornella Vanoni, il passo prima di entrare in scena diventano fragilissimi mentre, il passo dopo, sul palco fanno una magia.
9_ Stai scrivendo un romanzo.
Ne ho scritto uno, ripubblicato l’anno scorso dalla casa editrice La Nave di Teseo. Sempre con quest’ultima, sto finendo il mio nuovo romanzo: un racconto un po’ sognante della migrazione dei miei genitori dalla Campania negli anni ’60 fino a me, alla Senna parigina. È una specie di ricordo grato della mia famiglia.
10_ Sarà anche un modo per conoscere la tua storia, le tue origini?
Sì, ho cambiato un po’ la storia, nomi e cognomi per non far arrabbiare nessuno. I miei parenti mi hanno anche detto: “Non ce la farai, qualcuno si arrabbierà comunque!”.
11_ Adesso sei a Parigi. Com’è la situazione lì, come la stai vivendo?
Avendo il doppio fuso Italia-Francia su queste cose, vedo che è un continuo sorpassarsi nel bene e nel male. C’è chi sembra gestirla meglio in un certo momento, chi in un altro. Siamo tutti alle prese con la stessa situazione.