Anche per il vaso più lungimirante, arriva la goccia che alla fine lo fa traboccare. È il caso di Achille Lauro che questa volta ha deciso di non farsi scivolare addosso le polemiche e di rispondere a tono una volta per tutte. Il cantante ha pubblicato sui social un lungo post sfogo in cui, punto per punto, intende mettere a tacere gli haters. Seduto con le gambe al petto in una gabbia, come un animale intrappolato da norme datate e convinzioni infondate, scrive:
“Non parlo tanto, non metto la mia vita privata in piazza sui social. Non mi interessa e quando è successo non mi è piaciuto farlo, tuttavia in questi giorni di forte polemica ho capito che in alcuni momenti, invece, dovrei farlo”.
Questa nuova consapevolezza e presa di posizione non è certo piovuta dal cielo. È il frutto di mesi di attacchi continui e critiche al suo personaggio e alla sua persona. Primo fra tutti supponiamo – anche se nel concreto non viene citato – è Renato Zero che si era riferito al cantante romano utilizzando parole forti: “Con le piume e le pailettes non giocavo certo a fare il clown della situazione, ma cercavo di attirare l’attenzione su di me per permettere alle mie canzoni, che trattavano argomenti delicati e pesanti, di fare breccia”.
Lo sfogo di Lauro ci ricorda che dietro al personaggio c’è molto di più
Lauro risponde così all’illustre collega e a tutti coloro che lo considerano l’ennesimo pagliaccio destinato a finire nel dimenticatoio ma anche, a chi lo ha accusato di queerbating e cultural appropriation per aver portato a Sanremo un’estetica tipica del mondo queer:
“L’ho capito quando mi hanno detto che il trucco è solamente appropriarsi di qualcosa che non mi appartiene. Ma il trucco non è solo trucco, è il mondo dove voglio portare le persone, è la mia volontà espressiva, è il colore e il vestito delle parole. L’ho capito quando mi hanno umiliato pensando che io sia un pagliaccio che si mette in mostra. Ma nella mia interpretazione artistica la musica non è solo musica. È spettacolo, è uno stato d’animo, é un ideale, è libertà estrema, è il rifiuto nei confronti di coloro che credevano che io non fossi libero, o non fossi all’altezza, è conseguenza di anni di umiliazioni e vergogna”.
Il messaggio continua con una parentesi sulle opere di solidarietà portate avanti dall’artista che, dalla vita raccontata in Ragazzi Madre, si è sempre prodigato nell’aiutare il prossimo:
Lo sfogo di Lauro ci ricorda che dietro al personaggio c’è molto di più
“L’ho capito quando per un commento riferito alla solidarietà su lavoratori dello spettacolo mi hanno dato dell’omofobo, dopo anni che mi danno del ‘frocio’ pensando di offendermi! Da anni investo denaro, tempo e impegno per la tutela dei diritti umani, per i diritti delle persone abbandonate nelle carceri, per aiutare i bambini negli ospedali, per i ragazzi nelle comunità, per chi non ha una casa, per coloro che sono rimasti senza lavoro, per chiunque abbia bisogno di aiuto e per essere artefice e partecipe, nel mio piccolo, di una rivoluzione per cui la condizione sociale, culturale e umana delle classi deboli e discriminate possa cambiare definitivamente. Per chi non mi conosce ci tengo a ricordare che lo faccio da quando non avevo una lira, perché sono cresciuto tra gli emarginati e i reietti, perché so che vuol dire sentirsi diverso, mai compreso, solo. Quando per il mondo non sei nessuno”.
Il post si conclude con un ennesimo spiraglio sull’umanità di Achille Lauro:
“Mia madre mi ha educato insegnandomi che aiutare gli altri è una priorità e per chi ne ha la possibilità è un dovere. Attenzione perché la realtà non è solo quella che vedete su giornali e tv,
e dietro quelle storie, molto spesso, ci sono vite vere fatte di sofferenza, valori e battaglie”.
Dietro all’artista così elegante che ti arredo gli interni (Barrilete Cosmico), c’è semplicemente un ragazzo. E no, non c’è niente di più bello.