Con l’uscita di Persona, l’album più venduto del 2020, aveva cambiato le sorti del gioco come un plot-twist sperato, in un film visto e rivisto: la scena rap italiana. L’uroboro, il serpente che si morde la coda, è stato definitivamente sconfitto a colpi di musica e verità. L’infinito loop a tutto cliché, marchette, Gucci e Louis Vuitton è stato finalmente interrotto dalle 14 tracce di Noi, Loro, Gli Altri: il nuovo disco di Marracash pubblicato nelle prime ore del 19 novembre 2021.
Con quest’ultimo progetto discografico che profuma di maturità conquistata sputando inchiostro color sangue (“Squid Game sono anni che già lo metto in rima”, Loro), il king del rap esce definitivamente dal blocco e vola libero verso i rooftoop della consacrazione.
Come canta in ∞ Love accompagnato da un altro pilastro del genere, Guè: “Da quei portici in quei vortici/E senza accorgerci siam diventati dei re“.
Nel disco sono presenti riferimenti taglienti come rasoi alla scena musicale contemporanea, ai colleghi che vestono i panni dei “content creator” e non dei cantanti, come invece dovrebbero. Marracash sviscera problematiche, verità e prende posizioni senza però aspettare il riscontro mediatico e i bagni di folla (“Da Giuliani, Cucchi, dalla Diaz ed Aldrovandi/Preferiscono spezzarci che recuperarci”, Loro).
Pagliaccio, con intro e base lirica tratta da “Vesti la Giubba” di Pavarotti, ne è un esempio lampante (“Se vi chiudono tutti in una stanza a fare i maranza/ Bro, ce n’è abbastanza per fare la nuova stagione di LOL”, Pagliaccio).
Il brano Cosplayer, conseguentemente, l’apoteosi definitiva (“La popstar con gli occhi lucidi per il decreto? /Vade retro, ritorna dal tuo creator). Palese che si tratti di un dissing a Fedez.
Marracash: quanta verità nell’album “Noi, Loro, Gli Altri”?
Nella traccia Io, torna il Marra introspettivo che con riferimenti alla cultura televisiva e un linguaggio senza fronzoli, arriva dritto al punto:
“La verità non santifica, la verità non giustificaMondo che si fonda su ingiustizie per chi sta sul fondo di questo Snowpiercer”.
Stessa tematica per Dubbi: un’elucubrazione che scandaglia ancora una volta, i meandri della sua anima.
Nel disco viene affrontata anche la rottura con la fidanzata Elodie, nel testo di Crazy Love (E la gente che ho attorno diceva/Chi si immerge in un sogno ci annega).
La fine della storia d’amore con la cantante è stata anche la protagonista del videoclip ufficiale del brano, citazione dell’opera Rest Energy di Marina Abramović e Ulay. Il rapper milanese ha raccontato a Corriere.it l’epilogo spaccacuore con la “miss cantante italiana”:
“Ci siamo lasciati durante la lavorazione del disco. È stato un momento impegnativo per entrambi, abbiamo provato a far quadrare le cose. È bello che lei sia sulla copertina insieme alla mia famiglia e alle persone che mi sono state più vicine. Nel video di Crazy Love mettiamo in scena la fine nostro rapporto e ci uccidiamo a vicenda. Con i gossip che galoppavano, non volevo dare spiegazioni sui social. Ci siamo conosciuti sul set di un video e abbiamo pensato che sarebbe stato bello chiudere il cerchio con un altro video“.
Marracash: le verità dell’album “Noi, Loro, Gli Altri”
Secondo feat. della tracklist è Laura ad Honorem con Calcutta, duetto che sembrerebbe dedicato “A tutti i ragazzi disastrati/ Venuti su dritti che vivono in case cadenti”. Come la sua Elodie, dopotutto.
La voce appena sussurrata di Elisa accompagna il cantato di Noi: traccia che ripercorre i ricordi d’infanzia nella sua Barona e gli amici di una vita.
Noi, Loro, Gli Altri Skit è stato affidato a Fabri Fibra, per la gioia delle Gen Z che chiedeva a gran voce una collaborazione tra i due. Immancabile poi la presenza di Blanco, l’emergente dell’anno per eccellenza, che firma con Marracash il brano Nemesi (“Che non sa tenere le emozioni al guinzaglio
Sono il giocattolo rotto con cui gioca il mio doppio”).
Siamo all’ultimo atto di questa magnum opus che, citando l’ideatore, si può riassumere così:
“Oggi che tutti lottiamo cosi tanto per difendere le nostre identità / Abbiamo perso di vista quella collettiva/ L’abbiamo frammentata”.