Fabrizio Moro ha raccontato il significato di “Sei tu” e le sue emozioni dopo il ritorno al Festival di Sanremo. Leggi e ascolta l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Matteo Osso e Viola Cecconello a Fabrizio Moro all’interno di Tutti Amano Sanremo: il programma di Radio LatteMiele in onda dalle 17.00 durante la kermesse musicale.
1_Com’è stato tornare al Festival di Sanremo?
Ogni volta è come se si azzerasse tutto, come se non fossi mai salito su quel palco. La tensione, l’ansia, la voglia di fare bene è sempre tanta. L’atmosfera che si crea attorno a te è sempre la stessa. Dal punto di vista pratico c’è l’esperienza in più che ti aiuta molto: respiri e ti poni in maniera diversa e hai le tue sicurezze.
Dal punto di vista emotivo la sensazione è sempre la stessa: non conta aver vinto il Festival perché ogni volta si rimescolano le carte da zero, mi butto nella mischia e prego affinché tutto vada nella direzione giusta. L’unica cosa che non riesco a controllare è la mia emotività. Se in un determinato momento si incastrano le cose in modo sbagliato, io non posso prevederlo e non riesco a evitarlo: la gola in quel caso non trova perfettamente affinità col cuore.
2_”Sei tu” è una dedica d’amore?
È diversa dalle altre. Nelle mie canzoni d’amore precedenti c’è anche molto tormento, racconto spesso di storie che non si sono realizzate come avrei voluto. Questa volta invece ho sentito l’esigenza di esprimermi con tanta gratificazione nei confronti di una persona che mi ha salvato in un momento particolare della mia vita.
Fabrizio Moro: “In ‘Sei tu’ non c’è tormento, ma tanta gratificazione”
3_È una storia vera quindi.
Sono sempre delle storie vere, altrimenti non riuscirei a scrivere. Mi sono sbloccato definitivamente quando ho iniziato a scrivere la scenografia del mio primo film. Prima di questa pandemia la mia aspirazione maggiore arrivava dai live: addirittura durante il concerto, quando c’era un minuto di pausa, mi capitava di andare dietro e appuntavo le idee che mi venivano per il tour successivo. Adesso, invece, trovo ispirazione in altre sedi: ad esempio durante la sceneggiatura di “Ghiaccio”, il mio film.
4_Nella scelta di “Sei tu”, la canzone che hai portato sul palco dell’Ariston, c’è di mezzo anche il parere di tua figlia Anita.
È stata l’unica che ha ascoltato la canzone. Mai nessuno ascolta i miei singoli in anteprima perché ho paura di farmi influenzare. Vengono ascoltati solo dai miei collaboratori e da mia figlia.
5_È arrivato il momento della “domanda per tutti”: sei bloccato nel traffico mentre stai andando a Sanremo e puoi ascoltare una sola canzone, quale scegli?
“Ace Of Spades” dei Motörhead.