Iva Zanicchi ci ha raccontato le sue esperienze a Sanremo e nei teatri e ha dato alcuni consigli ai più giovani. Leggi e ascolta l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Matteo Osso e Viola Cecconello a Iva Zanicchi all’interno di Tutti Amano Sanremo: il programma di Radio LatteMiele in onda dalle 17.00 durante la kermesse musicale.
1_Nella serata delle cover hai deciso di interpretare “Canzone” di Don Backy e Detto Mariano nella versione di Milva. Eri emozionata?
È stata la serata in cui mi sono emozionata di più perché per me, omaggiare con una canzone una grande artista come Milva – che ha portato la sua arte in tutto il mondo – è stato molto bello. Meritava di tornare sul palco di Sanremo. Inoltre mi aveva inviato, tramite una sua segretaria, un piccolo omaggio che quella sera avevo tra i capelli: un suo fermaglio. Ci sono state tante cose che mi hanno fatta commuovere. Vedere il pubblico fare una standing ovation spontanea mi ha appagata molto.
2_L’emozione è ancora come quella dei tuoi primissimi Sanremo?
Riesco a gestirla molto meglio. Sono circondata da giovani che mi guardano con gli occhi sgranati per vedere che reazione ho e sono sempre molto carini con me. Fa piacere vedere questi ragazzi così appassionati. Io sto benissimo, forse il dietro le quinte è il momento più bello. Sono molto emozionata, ma devo far vedere che tutto sommato sono tranquilla, anche se non è vero (ride, ndr).
3_C’è qualcuno degli artisti in gara con cui ti piacerebbe collaborare?
Sono tutti molto bravi in realtà, anche se a volte l’emozione gioca brutti scherzi. Mi piace molto Mahmood, la sua voce e l’emozione che trasmette. Sia lui che Blanco cantano benissimo e insieme sono una coppia formidabile. Io tifo per loro!
4_Ti ricordi l’emozione della tua prima volta sul palco dell’Ariston?
Quando ho fatto il mio primo Festival venivo da un successo, “Come ti vorrei” e la stampa parlava di rivelazione. Quando sono arrivata a Sanremo, però, ero distrutta perché in quel periodo non dormivo. Mi ricordo che alle prove avevano detto che non ce l’avrei fatta perché ero troppo emozionata. Quella sera non ho cantato, ho belato. Sono uscita e ho detto: “I musicisti ce l’hanno con me: non hanno suonato!”. Ho sofferto molto quell’anno perché a quei tempi se un giovane veniva “scartato” da Sanremo o finiva la sua carriera o doveva aspettare anni per poter cantare di nuovo. Quindi è stato tragico.
Iva Zanicchi: “Sono andata a Sanremo per vedere il pubblico emozionarsi con me”
5_Poi però ti sei presa la tua rivincita vincendo il Festival nel 1967.
Mi sono imposta di vincere. Ho cominciato a cantare ovunque, anche nei grandi spazi: avevo cantato anche durante una grande manifestazione allo stadio di Torino. Poi l’anno successivo, nel 1968, sono tornata a Sanremo da vincitrice.
6_Hai cantato anche sopra uno dei palcoscenici più importanti del mondo.
Ho cantato sul palco di uno dei più famosi teatri del mondo, il Teatro dell’Opera di Sydney. Ho cantato, forse prima di Milva, anche al Teatro Regio a Parma. Sono delle perle che mi tengo per me.
7_C’è qualche consiglio che ti senti di dare a chi non sa ancora gestire l’emozione?
Se si provano emozioni e se si è ansiosi prima di esibirsi è normale ed è giusto: vuol dire che si ha una grande sensibilità e una volta sul palco, questa tensione va scemando. Bisogna respirare perché la respirazione è fondamentale. Prima di entrare in scena sei talmente emozionato che non riesci a fare un respiro profondo e si respira poco. Bisogna rilassarsi, entrare e “spaccare” tutto. I ragazzi di oggi hanno una grande forza.
8_Sapevi già come funzionava il Fantasanremo o è un gioco che ti sei diverta a fare man mano durante le serate del Festival?
Inizialmente non avevo capito la sua funzionalità, poi qualcuno mi ha detto: “Se vuoi di’ “papalina’”. Solo dopo la standing ovation ho iniziato a capire.
9_È arrivato anche per te il momento della “domanda per tutti”: Sei bloccata nel traffico mentre stai andando a Sanremo e sei costretta a ascoltare una sola canzone perché il tuo iPod si blocca. Quale scegli?
È una domanda troppo difficile. Io faccio una cosa: prendo l’iPod, lo sbatto fuori dal finestrino e mi avvio a piedi.