Elisa ha raccontato il ritorno sul palco di Sanremo e in cosa consiste il suo nuovo progetto musicale. Leggi e ascolta l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Sara Ventura e Simone Rossi a Elisa all’interno di Compagni di Merenda: il programma di Radio LatteMiele in onda (durante la kermesse musicale) dalle 15.00.
1_Com’è tornare al Festival di Sanremo dopo 21 anni?
Questo ritorno a Sanremo significa avere la possibilità di stare sul palco più importante d’Italia per presentare il mio lavoro, attualmente la cosa più importante per me, che mi ha portato a stare in studio negli ultimi due anni. Esibirmi all’Ariston quindi, cantando un brano di questo album significa presentare il primo passo di questo nuovo viaggio.
2_ Parlaci di “O forse sei tu”, la canzone che hai portato al Festival.
Parlare delle canzoni non è mai facile perché secondo me c’è sempre qualcosa di magico e unico: ognuno le sente e le vede in maniera personale. Il modo in cui la sento io è che è una canzone molto romantica che parla di una certa chimica che fa parte dell’amore: è riconoscere in quel sentimento la persona che lo crea e lo fa nascere in te, che ti cambia l’intera esistenza, il modo di vedere e sentire le cose, che amplifica tutto. Questo è il centro di “O forse sei tu”.
Elisa: “Il ritorno a Sanremo è il primo passo verso un nuovo viaggio”
3_Il 18 febbraio esce il tuo nuovo progetto discografico: un doppio album di inediti, uno in italiano “Ritorno al futuro” e l’altro in inglese “Back to The Future”.
Bisogna aspettarsi una grande dinamica da entrambi gli album. Si vede quello che sostengo da sempre: ho sempre supportato il muoversi liberamente fra i generi musicali e le collaborazioni istintive con altri artisti. Tutto questo è puramente legato alla creatività. In questo album ho portato avanti questo concetto in maniera più radicale e profonda del solito, permettendomi di spaziare moltissimo fra un brano e l’altro. Tutta questa libertà fluida crea una grande dinamica e varietà di linguaggi. È un po’ una sfida in cui credo tanto: il genere è secondario alla melodia, al testo, alla canzone in sé.