Simone Panetti ha raccontato com’è iniziata la sua carriera musicale dopo l’esperienza su Twitch. Leggi e ascolta l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Diego Belfiore a Simone Panetti all’interno di Giovane Fuoriclasse: il programma serale di Radio LatteMiele in onda ogni giovedì dalle 21.00.
1_ Hai raccontato tutto di te, anche grazie al tuo canale Twitch.
Il grosso della mia storia, le parti essenziali, le ho raccontate. In realtà non ho mai tenuto nascosto quasi nulla. Mi sono sempre raccontato, quindi le persone sanno principalmente tutto.
2_Ecco perché il web è diverso dalla radio: “l’artista canonico” che inizia la carriera con il disco, magari ha raccontato poco di sé; chi invece, parte dal web ha un suo storytelling ben preciso.
Ci sono personaggi del web che non parlano molto e ci sono tanti cantanti che mantengono il loro personaggio senza far trapelare nulla. Io in particolare non sono così. Sono scelte personali.
3_Qual è la tua storia?
Quando ero più piccolo il mio sogno era quello di fare il cantante. Nel mio quartiere a Roma, soprattutto nel 2009 e 2010, il rap “dei palazzi” andava di moda, poi si è perso ed è ricomparso solo ultimamente. Io, come tanti ragazzi della zona, scrivevo e registravo in un garage insieme ai miei amici.
Quando ho iniziato con Twitch ho voluto integrare questa mia abilità e passione, facendo un po’ di umorismo. Poi ho iniziato a pensare di voler intraprendere seriamente il percorso di cantante e mi sono buttato in questo ambiente che, tra l’altro, mi sta dando un milione di soddisfazioni.
Simone Panetti: “Il mio sogno era quello di fare il cantante”
4_Quando hai iniziato con Twitch sapevi saresti arrivato dove sei adesso?
Non ho previsto nulla. Vivo alla giornata, quindi se oggi decido di fare una cosa, la faccio subito. Il giorno in cui Mike Lennon ha ascoltato i miei lavori, abbiamo deciso di iniziare una cosa un po’ più “professionale” e così è stato.
5_Il tuo disco “Profondo Rosa”, uscito lo scorso 14 gennaio 2022, non è totalmente rap.
Ho virato molto sul bedroom pop. Seguivo molto Filthy Frank che poi è diventato Joji. Da lui ho scoperto Clairo, Cuco e mi sono innamorato di quella musica. Sono sempre stato un fan anche del cantautorato italiano e quindi, ho mischiato i due generi.
6_Come mai hai chiamato “Profondo Rosa” il tuo album?
Ero molto combattuto. Inconsciamente volevo rappresentare la sottile linea che divide l’amore dall’odio, il buono dal cattivo. Tra le varie cose, ho pensato al film “Profondo rosso” di Dario Argento e così l’ho trasformato in “Profondo Rosa”.
7_Nelle tue canzoni c’è la volontà di creare attrito.
Sì perché alla fine i sentimenti che proviamo hanno sempre un lato contrastante.