Nata a Venezia il 9 aprile 1948, Nicoletta sin da bambina si interessa e appassiona alla musica. Iscritta al Conservatorio veneziano per studiare composizione e pianoforte, nei primi anni ‘60 Patty lascia la sua città natale per avvicinarsi alle tendenze musicali del momento ed essere in contatto diretto con gli artisti più noti, trasferendosi a Londra.
Dalla capitale britannica arriva al “Piper”, famoso locale romano. È proprio lì che l’avvocato e talent-scout Alberigo Crocetta la scopre e trasforma in una star, a soli 17 anni.
Ragazzo triste è il suo primo disco, registrato negli studi della casa discografica RCA. Poche apparizioni in TV e il successo della Pravo viene confermato dal grande pubblico. Il suo nome non è mai stato legato ad una sola casa discografica.
Vasco Rossi firma il pezzo che nel 1997 la riporta sotto i riflettori di Sanremo: Dimmi che non vuoi morire. Innumerevoli i progetti della civetta di Venezia che dopo 50 anni di carriera, oltre alla chioma bionda e alla bellezza algida e delicata, non ha mai perso il suo atteggiamento graziosamente ribelle e marcatamente ostile a piegarsi al conformismo.
In carriera ha venduto oltre 100 milioni di dischi, diventando la seconda donna dopo Mina a raggiungere questo risultato.
Un po’ come la vita
Un po’ come la vita
Senza più sognare
Di esistenza e di ironia
E scivolare…
E scivolare via
Come dire «ancora un po’»
Andare a cercare
Quella cosa che fa sempre un po’ più male
Ma che porta in un momento
A riconsiderare il vento
E poi gridare a me che non credo
Che il confine è l’unica cosa che non vedo
Tu dove vuoi volare…?
Hai tempo per pensare
Ma intanto dimmi almeno dove il cielo va a finire
Ricorda di giocare
E di portarti altrove
Io resto qui a capire come illuminarmi il cuore
Come illuminarci il cuore
Tu credi di volare
Ma l’illusione della gioia toglie il fiato anche alla notte
Magari prova a immaginare che sul retro della vita
Ci sia un immagine più forte
E non mi basterà il ricordo
Vorrei trovarmi nell’esatta condizione
Di una luce alla stazione
Su un binario abbandonato
Dove il viaggio non è mai iniziato
Per poi gridare a me che non credo
Che l’orizzonte è l’unica cosa che non vedo
Tu dove vuoi volare…?
Hai tempo per pensare
Ma intanto dimmi almeno dove il cielo va a finire
Ricorda di giocare
E di portarti altrove
Io resto qui a capire come illuminarmi il cuore
Come illuminarci il cuore
Ridammi una notte che brilla
Invece di un cielo di corvi
Non ti ricordi
Quando eravamo due corpi
Uniti nel prendere i colpi
Noi sapevamo come illuminarci
Prima di prenderci a calci
Prima di metterci al collo
Pure le croci degli altri
Solo per assomigliarci
E poi gridarmi ancora che non credo
Ma in questo tunnel così buio io non guardo indietro
E la fine è l’unica cosa che non vedo
Tu dove vuoi volare…?
Hai tempo per pensare
Ma intanto dimmi almeno dove il cielo va a finire
Ricorda di giocare
E di portarti altrove
Io resto qui a capire come illuminarmi il cuore
Come illuminarci il cuore