Chiamamifaro ci ha raccontato del secondo album “Default” e dei suoi impegni per il futuro. Ascolta l’intervista alla cantante!
No playlist selectedQui di seguito vi riportiamo l’intervista di Diego Belfiore a Chiamamifaro all’interno di Giovane Fuoriclasse: il programma serale di Radio LatteMiele in onda ogni venerdì dalle 21.00.
Biografia: Chiamamifaro
Anticipato dai singoli “MA MA MA”, “Santa Subito” feat. Asteria e “Se parlo di te”, “DEFAULT” è il nuovo EP di chiamamifaro, in uscita venerdì 12 gennaio.
Dopo il primo EP “Macchie” e l’album d’esordio “Post Nostalgia” e un’estate che l’ha vista protagonista di un importante tour estivo, con una tappa all’Arena di Verona per i Radio Zeta Future Hits e al Red Valley Festival di Olbia.
Chiamamifaro ci mostra la sua continua evoluzione artistica con “Default”: 7 brani in cui la cantautrice, tra testi immediati e sonorità coinvolgenti e con la freschezza della sua penna e del suo pop narrativo, racconta com’è avere vent’anni.
L’EP si apre con “Rumore bianco”, uno sfogo dell’artista, nascosto dentro a una storia d’amore tormentata, contro la monotonia e la produttività seriale.
Si agisce di default quando si fa qualcosa in automatico, nella vita di tutti i giorni eseguiamo sequenze di azioni sempre uguali, senza pensarci. Lo stesso succede con le canzoni: ne vengono pubblicate così tante ogni giorno da renderle quasi tutte usa e getta.
Con “Santa subito”, che vede la partecipazione di Asteria, c’è la leggerezza tipica dell’estate. L’energia trascinante continua con “Labbra blu” feat. YTAM, dove il pop incontra il groove della disco e le sonorità del funk, diventando l’inno dei risvegli da nottate indimenticabili.
“Monete” segue il percorso di una moneta nel tempo, per raccontare come il valore delle piccole cose possa mutare senza che ce ne rendiamo conto. Con “MA MA MA” l’immediatezza del testo è valorizzata dal mix elettrizzante di pop-rock, in un dialogo tra se stessi e le più profonde contraddizioni dell’essere umano.
Questo percorso tra sfoghi liberatori, incertezza e leggerezza del quotidiano si chiude con “La poesia”, un invito a trovare il piacere e la gioia anche nei piccoli gesti, quelli che per abitudine facciamo senza pensarci.