I Follya ci hanno raccontato del loro album “Follya” e del loro desiderio di un futuro tour. Leggi e ascolta l’intervista alla band!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Carlo Mondonico, Sara Ventura ed Edoardo De Simone ai Follya all’interno di Spoiler: il programma mattutino di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 11.00.
1_ Ieri avete suonato a Milano (All’Apollo, ndr). Come è stato suonare in un club?
È stato molto figo. Era la prima volta che suonavamo in un posto così concentrato, con la gente a cinque centimetri. L’Arena di Verona, il Forum di Milano non hanno paragoni: il contatto nei club è imparagonabile.
Non c’entravamo nemmeno sul palco. Abbiamo dato tutto come se fossimo allo stadio. Però ci siamo dimenticati anche dei pezzi, così come le scarpe (ride, ndr).
Suonare nei club è un recupero delle tappe che abbiamo bruciato quando siamo usciti da Amici, perché siamo andati subito negli stadi e nei palazzetti. Ci mancava questo. Lo facciamo ora, a trent’anni.
È tutto pensato e fatto in casa da noi, inclusi visual e scenografia. I visual erano mandati direttamente dalla batteria e sono stati fatti partire durante l’intro del concerto, rovinando la sorpresa al pubblico, perché non ci passavamo. C’era anche una tenda col nostro logo, dietro il nulla: eravamo preoccupati che qualcuno cadesse.
2_ Nel testo di “Ami/Odi” citi il calcio, ma non sono in questo pezzo.
Alessio Bernabei: Sono un grande appassionato di calcio (ride, ndr).
Assolutamente non è un dissing, però negli anni mi sono affacciato nel mondo di calciatori e influencer, delle discoteche. È quello che non sono e mi sono sfogato: è bello fare delle similitudini con delle cose che non mi appartengono.
I tifosi sono loro, non io.
3_ L’album “Follya” è un punto di partenza?
Francesco Pierozzi: Avevamo bisogno di qualcosa di grande, nonostante il nostro legame indissolubile.
È un punto di partenza e di conferma tra noi amici, musicisti, che si accorgono sul palco di quanto ci piace stare insieme.
Alessio Bernabei: I brani hanno tutti mood diversi, è sempre pop che passa in radio e che ci piace. Ogni stato d’animo è adatto per ascoltare l’album. È una playlist, più che un disco.
4_ Tra le varie canzoni c’è “Rip”, con un sound molto forte.
Ha devastato il pubblico ieri sera (ride, ndr).
Con ogni brano ti fai un viaggio diverso e viene affrontato un pezzo di vita che abbiamo vissuto negli ultimi anni.
Tante cose sono state condivise tra tutti. “Ami/Odi” è la nostra storia. Quando una persona di noi scrive, gli altri si ritrovano. Noi siamo stati toxic e alcune cose le abbiamo capite dopo.
Sono dieci anni messi in arte.
5_ Alessio, raccontaci cos’è successo a Sanremo 2016 con Al Bano?
Avevo il soundcheck prima di lui. Avevo appena terminato le prove e i tecnici mi hanno richiamato.
Sono rientrato e a quel punto mi ha guardato e detto: “Ragazzo, all the best!”. Me lo voglio tatuare con la sua firma, posso morire felice (ride, ndr).
6_ Farete un tour?
Le due date (8 novembre a Roma e 9 novembre a Milano, ndr) erano un test, in senso buono, per riprovare sensazioni ed emozioni da presentare al pubblico.
Vogliamo andare in tour ma è ancora presto per annunciare altre tappe. Erano una specie di due “date zero”, ora vogliamo suonare tutto il giorno.
In caso lo chiameremo “All the best tour” (ridono, ndr).