Giordana Angi ci ha raccontato il nuovo album “Questa fragile bellezza” e gli eventi in programma. Leggi e ascolta l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Francesco Bianco a Giordana Angi all’interno di Wake Up: il programma mattutino di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 9.00.
1_ Oggi è uscito il tuo quarto album “Questa fragile bellezza”. Il titolo è molto bello così come la copertina. Perché questo titolo?
Il disco inizialmente si componeva di 30 canzoni, poi sono passata a 12 per non annoiare né me né il pubblico. Ho scelto le storie più rappresentative. Una volta fatto questo processo, ho ascoltato le tracce insieme a una mia amica che, tra l’altro, è anche la mia ex prof di italiano del liceo. Dopo la fine di quest’ultimo, ho continuato a mandarle ciò che scrivevo e siamo diventate amiche. Penso sia l’unica vera amica che ho.
Le ho mandato il disco per chiederle un suggerimento sul titolo e lei, conoscendo bene la mia storia, ha detto che c’era “molta fragilità”. Ma “che tipo di fragilità” ci siamo chieste? Abbiamo intavolato un discorso lunghissimo che, però, non starò qui a raccontarvi.
Vi dico solo che in “Questa fragile bellezza”, la bellezza è intesa come consapevolezza: non è la bellezza dei numeri uno o dei vincenti ma, semplicemente, una bellezza che nasce dal dolore, dall’incomunicabilità e dalla solitudine che, se si trasforma in consapevolezza, può essere anche bellezza.
3_ Hai detto che questo, nonostante sia il quarto album, è come se fosse il primo perché è veramente libero. È vero?
Io penso che siamo tutti prede dell’entusiasmo quando pubblichiamo cose nuove. Io, in questo caso, lo sento come qualcosa di speciale e di unico. Tutti i lavori che ho fatto – questo in particolare – è il frutto di una serenità che ho attualmente nella mia vita e che mi ha permesso di lavorare ai pezzi con più serenità. Detto ciò, questo lavoro mi rappresenta. Scrivo per esigenza, se mi ritrovo a fare qualcosa che non mi rappresenta, ci soffro.
4_ La canzone “Dalla parte di chi” è quasi un manifesto politico verso le persone che ti piacciono e che non ti piacciono.
Sì, è un modo di vedere le cose dalla parte di chi sa sbagliare e dalla parte di chi sa perdonare. Un po’ dalla parte di tutti, senza grosse distinzioni.
5_ Anche perdonare le persone che sbagliano. Tutti noi sbagliamo, è quindi una sorta di perdono. Dicevi prima che in questo album ci sono 12 canzoni e ne avevi preparate 30. Tu scrivi molto anche per altri artisti, hai alle spalle collaborazioni di grande prestigio come per esempio quella con Tiziano Ferro. C’è differenza oppure tu scrivi e poi decidi con chi lavorare?
No, io scrivo quando sento che è il momento di farlo poi se nasce una connessione, a quel punto, condivido. Non sono mai gelosa delle mie canzoni. Mi piace proprio condividere e, quindi, nascono collaborazioni.
6_ Infatti, “Tienimi stanotte” di Strangis si sente che è una canzone di Giordana Angi. Ci saranno delle date per presentare l’album?
Sì. Il 29 sono a Roma e il 30 a Milano, dove farò uno spettacolo un po’ particolare: poesia, teatro e pianoforte. Insomma, andatevi a leggere tutte le cose se no vi ammorbo!
7_ E lì come si fa a partecipare?
Una volta che comprate il disco sul sito di Universal avete accesso gratuitamente all’evento.
8_ Dopo questi due eventi cosa ci sarà?
Il 10 dicembre sarò a Milano all’Apollo Club in una versione acustica ridotta, un evento proprio intimo per festeggiare l’album. Il 12 dicembre sarò all’Alcazar di Roma sempre con la stessa formazione. Poi spero di partire in tour in primavera per tutta l’Italia.
9_ Si parla molto di Sanremo, ti piacerebbe tornarci? È un’esperienza che ti è piaciuta?
A Sanremo ci si va con la canzone fantastica, quella con la quale sei pronto ad affrontare un evento di tale portata. Quindi, se c’è la canzone, mi presento e partecipo alla selezione. Altrimenti me ne sto volentieri a casa a guardarlo (ride, ndr).
10_ Nel disco ci sono delle parti cantate in francese perché sei italo-francese. Hai questa doppia personalità molto distinta: da una parte la Francia e poi Latina, un territorio un po’ più duro di quello francese. Come vivi queste tue due anime?
In realtà confluiscono in una sola. Sono cresciuta sballottata tra una parte e l’altra quindi ho acquisito un po’ la capacità di adattarmi. Diciamo che la lingua è solamente un modo per comunicare in posti diversi, non sono realtà così opposte.
11_ Quando ti arrabbi parli in francese o in italiano?
Se litigo con mia madre, assolutamente in francese. Nella vita reale, la lingua di Latina.
12_ Dell’ album precedente hai realizzato anche un documentario molto bello. Farai qualcosa di simile anche per “Questa fragile bellezza” o era legato solo a quell’episodio?
Sì, perché eravamo in piena pandemia quindi non era facile condividere e vedere le persone. Con questo disco, visto che ci sono anche tanti eventi in programma, penso filmerò quelli come ad esempio lo spettacolo con l’attrice.