Il Tre ci ha raccontato del nuovo album “Invisibili” e del suo modo di scrivere i pezzi. Leggi e ascolta l’intervista al rapper!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Francesco Bianco e Filippo Jarach a Il Tre all’interno de Il Filo Bianco: il programma pomeridiano di Radio LatteMiele in onda il sabato dalle 18.00.
L’accoglienza del nuovo album
1_ Dopo “Ali” (Album del 2021, ndr) ti aspettavi questo abbraccio del pubblico?
Ero in paranoia, perché non potevo superarmi dopo il successo dell’album precedente.
Potevo eguagliarlo, cosa che è successa. Sono contento che il pubblico mi abbia riaccolto così.
2_ La stampa ti ha definito “il bravo ragazzo del rap” anche se hai testi potenti. Come mai questa definizione?
Può trarre in inganno il fatto che io abbia detto di non fumare, non bere e non fare uso di droghe. Inoltre, ho scelto di non parlare nemmeno di armi.
3_ Tu avevi tanta paura di non essere visto, come succede spesso agli adolescenti. Ora che sei riconosciuto, preferiresti non esserlo?
Avevo questa paura da piccolo, quella di non essere rilevante nel mio futuro e anche nella musica. Per le reazioni varia da persona a persona: io sono contento così.
4_ Quando scrivi un pezzo, chi lo ascolta in anteprima e ti dà un parere sincero?
Lo sentono prima i miei amici e le persone che mi sono vicine. Così ho la possibilità di confrontarmi con qualcuno prima che le canzoni escano.
5_ Il disco “Invisibili”, uscito il 15 settembre, ha le sfumature del tuo carattere. Come scrivi le canzoni?
Prima, parlo di qualche anno fa, scrivevo solo nel mio studio (la mia cameretta).
Ora, spostandomi per esigenze di lavoro scrivo dove capita strofe e versi che in futuro verranno messi all’interno delle canzoni. Capita che annoti pensieri anche sul telefono.
6_ Sei partito con il tour.
Sì, è iniziato una settimana fa a Roma, casa mia, poi andremo in altre città. A Milano mi esibirò il 9 novembre al Fabrique.
7_ Hai scritto “Lettera a mio padre”. Come ha reagito quando l’ha ascoltata? Ho notato che i rapper sono molto legati alla famiglia.
Sono contento di avergli dedicato un pezzo, sono state versate tante lacrime (ride, ndr). Di per sé il rapper è una persona molto sensibile, attaccato alle origini e ai genitori. Deve tutto alla sua famiglia.
Il mondo de Il Tre
8_ Parlando della “vecchia guardia”, chi ascolti e cosa pensi delle collaborazioni tra rap e pop?
Ascolto Fabri Fibra, Marracash, Noyz e Salmo.
Mi piacerebbe sperimentare un duetto con un artista pop. Mi piace cantare e in molti pezzi sviluppo melodie.
Se devo fare un nome direi Marco Mengoni, magari in futuro faremo un brano insieme. Anche Giorgia mi interesserebbe.
9_ “Caos” è un brano potente. Che periodo stavi attraversando a livello di scrittura?
Venivo da un primo disco andato molto bene e da situazioni personali pesanti. Ho sfogato tutto in un brano scritto in una notte, parcheggiato non so dove.
10_ “Invisibili” è un album che parla anche di una sofferenza d’amore, di una ragazza che non hai saputo amare. Vi sentite ancora?
Purtroppo ho un difetto: non riesco a esternare amori e sentimenti.
Sono stato in grado di parlarne nel disco e mi posso consolare così. Il problema saranno le ragazze che verranno dopo di lei, visto che le ho dedicato una canzone (ride, ndr).
11_ Cosa pensi della tua generazione?
Credo che ci sia tanta voglia di fare ma si deve canalizzare questo desiderio nel modo giusto, perché qualcuno ha alle spalle un’istruzione non eccellente.
Anche la rabbia è da convogliare correttamente.
12_ Hai girato dei video e il teaser dell’album in Islanda, terra che hai definito “come me, meravigliosa”.
Mi rappresenta perché è un posto freddo e disabitato. L’aggettivo “Meraviglioso” è dal punto di vista della scrittura e della musica, interiormente.
13_ I rapper italiani non sanno essere ironici. Perché vi prendete così tanto sul serio?
C’è molta competizione e una gran dose di insicurezza personale.
Io penso che l’ironia e l’umorismo siano fondamentali nella vita. Se per gli altri non sono importanti cavoli loro (ride, ndr).