Leon Faun ci ha parlato del nuovo album “Leon”, di alcuni brani e delle prove per i primi live. Leggi e ascolta l’intervista al cantante!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Diego Belfiore a Leon Faun all’interno di Giovane Fuoriclasse: il programma serale di Radio LatteMiele in onda ogni venerdì dalle 21.00.
1_ Come ti senti dopo “Leon”?
Libero, un sospiro di sollievo. È stato un disco che ci ha fatto diventare matti, ma sono contento del risultato. Non sto monitorando quello che dicono i fan. Cerco di non leggere e sto nel flusso.
2_ Sembra un disco futurista, anche la copertina.
Diciamo che non c’è una sceneggiatura da seguire.
Io ho sempre cercato di creare immagini terze alla mia persona o una sceneggiatura, a questo giro il contenuto è la mia persona. È il mio bagaglio degli ultimi anni. Non ho mai parlato di me, ora voglio farlo.
È un’esigenza di un periodo che ho passato, ma come diceva Nitro: “Vivere male per scrivere bene”. Ho trovato la chiave per liberarmi dagli schemi che mi ero imposto.
3_ Hai anche aperto il concerto di Caparezza.
Ho aperto il concerto a Brescia (venerdì 12 agosto 2022 per la XXX edizione della Festa di Radio Onda D’Urto, ndr) e sono grato di aver conosciuto degli artisti che hanno un modo teatrale produce immagini.
Caparezza è un padre musicale per me, sono grato di averlo incontrato.
4_ Cosa pensi dei giovani d’oggi?
Penso che, in generale, ci sia un disinteresse collettivo per alcuni temi, ma non faccio di tutta l’erba un fascio.
Gli artisti hanno una responsabilità ed è giusto che parlino di alcuni temi. I ragazzi hanno tanto da dire e da dare.
5_ Hai sperimentato molti sound nell’album, anche in “Arte e libertà”.
È una canzone che non è dedicata a una persona, ma alla musica in forma di donna. Ci sono sound diversi e ci siamo divertiti a uscire dagli schemi.
6_ In “Funerale mio” dici “Se ricordo bene, ero in giro per il tour/ Tu ti sei fatta viva dando vita a quel loop”.
Il pezzo è una dedica a una vecchia amica. È una sensazione, una condanna da cui voglio liberarmi perché é un’arma a doppio taglio. Può darti una carica, ma essere una cosa autodistruttiva.
7_ In alcuni brani si legge la dedica a una persona.
Il fatto è che tutto ciò di cui parlo che è una critica a una mia persona. Madame ha detto che sta cercando di non alterarsi quando si arrabbia, perché ci si deve chiedere il motivo per cui una cosa ti fa arrabbiare. Tutto quello che dico parla di me. Voglio rielaborare.
Leon Faun: non sono solo un cantante.
8_ Rispetto al primo album c’è un cambio stilistico.
Avevo paura che il pubblico rispondesse male, ma ho dato priorità alla mia sanita mentale.
Dovevo cambiare degli schemi, affrontando la musica in un nuovo modo. Ci si affeziona a un artista per qualcosa, ma spesso il pubblico non capisce che si deve cambiare. Per fare altro ci si trasforma.
9_ Tu non sei solo un cantante.
Io ho iniziato a fare musica perché volevo scrivere video musicali per guadagnare qualcosa, ma il mio sogno è fare l’attore.
Alla musica mi sono avvicinato dopo e durante le riprese de “La terra dei figli”. Pubblicai “Oh cacchio” e andò virale.
Avevo paura che pensassero che fossi prima un cantante piuttosto che un attore e volevo cancellarlo. Alla fine ho capito che era sempre arte. Era uno sfogo. Sono due mondi contrastanti che amo allo stesso modo. Ovviamente se sono in uno, l’altro è in pausa.
10_ “Meteorite” è scritta per i live.
Sicuramente avremo un approccio diverso dal vivo. Avremo band, strumenti e saranno cose completamente diverse. Sarà difficile e stimolante.
Non ho mai suonato con una band. Ho un’idea di chi portare e tra poco ci buttiamo in sala prove.