Marco Carta ci ha raccontato delle emozioni racchiuse nel nuovo singolo, una sorta di ritorno alle origini in chiave moderna. Leggi e ascolta l’intervista!
No playlist selectedQui di seguito vi riportiamo l’intervista di Sara Ventura a Marco Carta all’interno di Non sarà una Ventura: il programma pomeridiano di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 14.00.
1_ Questo è un momento molto bello per te perché sei reduce da un festival internazionale albanese, dove ti sei qualificato per la finale.
Esatto, il Kënga Magjike Festival.
2_ Ha praticamente la stessa valutazione dell’Eurovision. Lo rifaresti?
Sì, è molto simile come format, votazioni, eccetera. Un’esperienza meravigliosa che rifarei volentieri perché mi ha rimesso alla prova in uno spazio molto più grande dell’Italia dove c’erano cantanti di tutto il mondo e non solo di tutta Europa. So che è un po’ banale, ma quando senti altre tipologie di Paesi e le loro musiche, riconoscere il tuo timbro vocale, la tua musica e il tuo status da cantante con accezione positiva ti riempie il cuore. Sei contento perché ti rimetti in gioco un’altra volta.
3_ Con il tuo ultimo singolo “Forse non mi basti più” siamo ritornati un po’ alle origini.
Sì, come classico pop musicale italiano, nonostante sapessi che non è particolarmente radiofonico. Che poi, secondo me, il “radiofonico” esiste ma allo stesso tempo no.
4_ A me piace molto la pulizia della musica: non è pieno. Forse nel “radiofonicamente parlando” intendi anche questo. C’è molta semplicità.
Sì, è vero. In questo momento le radio, e la musica in generale, sono piene di uno, al massimo due, generi. Anche il pop è stato veramente subissato dalla trap, dall’indie, che poi a parer mio non esiste perché è una branca del pop. Adesso c’è un movimento, qualcosa che sta cambiando, ed io ho voluto subito far capire che sono sempre stato dentro questo genere. Forse “Non mi basti più” è il perfetto significato di questa cosa.
5_ Sei partito da “Forse non mi basti più” ma in questo momento sei sazio di…?
Di niente.
6_ Come di niente? Di emozioni!
No, non si è mai sazi di emozioni perché le emozioni ti smuovono dentro, ti rendono felice. Non sono mai abbastanza.
Marco Carta: «Non si è mai sazi di emozioni»
7_ C’è sempre il detto “Chi si accontenta gode”.
Sì, ma chi non si accontenta gode due volte (ride, ndr).
8_ “Sesso romantico”, la tua canzone ma anche la cosa più bella di tutte, cioè il connubio dell’amore e della carnalità.
Molto difficile da trovare.
9_ Parlando di progetti futuri, stai lavorando a dei nuovi singoli?
Sì, ho già inciso altre cose. Mi sembra brutto definirle “cose” ma adesso sono piccole, le chiamerei embrioni da modificare e rivedere. Anche perché io sovrascrivo tantissime volte. Sono molto contento, possono diventare grandi cose, soprattutto per me e poi anche per gli altri.
10_ Progetti per queste festività incombenti, invece?
Zia, se mi stai ascoltando devo dirti una cosa: quest’anno a Natale non torno a casa (ride, ndr). Ho guardato ieri ma non ci sono più i biglietti.
11_ I traghetti per la Sardegna?
Sì, arrivo a Santo Stefano così.
12_ Parti con un po’ di anticipo!
No, il 23 devo essere in un posto.
14_ Dirai alla zia che hai da fare allora.
Quest’anno rimango a Milano con la mia seconda famiglia che mi vuole molto bene. L’anno prossimo tornerò a casa. Non ho mai trascorso un Natale al di fuori Cagliari.
15_ Magari la zia ti manderà un pacco che arriverà per tempo.
Quello è doveroso però, ringraziando Dio, provengo da una famiglia che mi ha cresciuto in maniera molto libera: questo fatto mi ha dato tanto.
16_ Il regalo che facciamo ai fan di LatteMiele è tratto dal tuo album natalizio.
Sì, album che ho fatto qualche anno fa e che ogni anno sfodero, tra l’altro mi piace un sacco. È un album con suoni vecchi, ma immortali per quanto riguarda il Natale.