Mario Venuti con una macchina fotografica
Foto di Mario Venuti con una macchina fotografica Credits: IG @mariovenuti e @alessandrocastagna_ph
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Mario Venuti: «”Tra la carne e il cielo” con la mia infanzia»

Mario Venuti ci ha raccontato del nuovo album “Tra la carne e il cielo” e di alcuni singoli. Leggi e ascolta l’intervista al cantante!

Mario Venuti ci ha raccontato del nuovo album “Tra la carne e il cielo” e di alcuni singoli. Leggi e ascolta l’intervista al cantante!

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Mario Venuti: «”Tra la carne e il cielo” con la mia infanzia»

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Andrea D’Agostino Anna Patti a Mario Venuti all’interno di Arena Lattemiele: il programma pomeridiano di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 14.00.

1_ Il tuo nuovo album s’intitola “Tra la carne e il cielo”.

Siamo tutti terreni e carnali, dediti alle cose della vita, ma per fortuna abbiamo aspirazioni più alte. Cerchiamo di migliorarci come persone al di là del lato spirituale.

La mia fede è nella crescita umana, nel “Fatti non foste a viver come bruti” (verso 119 del canto XXVI dell’Inferno, ndr). 

Da giovane ero più “carne”, ora, con l’età, più “cielo”. I due elementi non vanno in contrapposizione, perché la natura umana è di entrambe le componenti. Devono andare di pari passo e non escludersi.

2_ “Degrado” racconta quasi una cosa personale.

Dovete sapere che quando l’Etna erutta, e succede ogni anno visto che ha un’attività costante stromboliana, la cenere invade anche i paesi più bassi. Anche l’aeroporto viene chiuso perché la cenere potrebbe bloccare le eliche degli aerei.

Poi sono le signore delle pulizie a dover pulire balconi e balconcini pieni di cenere. Vengono intasati anche i canali di scolo.

Per gli stranieri è folklore. È stato un momento critico che è stato superato anche grazie al nuovo sindaco. Il lato paradossale erano i turisti che si facevano le foto con la spazzatura abbandonata.

Ai turisti piace pescare nel torbido. C’erano anche i tour della mafia, che sono stati criticati.

Sono andato in Colombia, a Medellin, città famosa per il narcotraffico e Pablo Escobar. Lì si visita il bar, che è il luogo più malfamato. A differenza nostra loro non hanno altro da far vedere ai turisti, noi abbiamo secoli di storia.

3_ Stasera alle 18.30 a Milano sarai il protagonista di “LineaPelle Incontra la cultura”, l’evento presentato dal nostro conduttore Matteo Osso.

Sarà un’occasione per sedersi e raccontare la genesi del disco. Ci sarà anche Kaballà, co-autore dei testi.

Siamo partner nella composizione da anni. Io ho sempre scritto da solo i testi delle canzoni. Ci siamo conosciuti nel 2000, lavoravamo per lo stesso editore che ci commissionava delle canzoni. Abbiamo scritto “Echi d’infinito” per Antonella Ruggiero, per Patrizia Laquidara, ma ci siamo divertiti tanto e abbiamo continuato.

Vado da lui con una bozza di idee sul Moleskine e dal brainstorming nascono testi e canzoni. Della musica mi occupo io. Ha lavorato con tanti artisti, come Anna Oxa e Eros Ramazzotti. Sa mettersi nei loro panni. È come le nutrici che ti fanno partorire ma i figli sono i miei (ride, ndr).

4_ La foto scelta come copertina dell’album è molto particolare.

Sono io con mia sorella, più piccola di quattro anni. Vedo anche tanti artisti lo hanno fatto. Vedi “Cambio” di Lucio Dalla dove è con la mamma, “Fisiognomica” di Franco Battiato con il vestitino della festa. Anche all’estero l’hanno fatto, Phil Collins per esempio.

Arriva un momento in cui devi tirar fuori l’album dei ricordi, quasi una nostalgia del mondo fatato dell’infanzia e della giovinezza.

Poi è bella la patina del tempo, dà un fascino particolare. Le fotografie degli anni ’70 hanno un colore tipico del tempo. Le macchine digitali di oggi le fanno artificialmente. Nell’album ci sono altri scatti con i singoli. Vengono tutti dagli album di famiglia che ho pescato e proposto al pubblico.

Written by Redazione Lattemiele

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