Giovane Fuoriclasse: l’intervista di Diego a Marta Daddato
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Diego Belfiore a Marta Daddato all’interno di Giovane Fuoriclasse: il programma serale di Radio LatteMiele in onda ogni giovedì dalle 21.00.
1_ Tu che vieni dal mondo del web, come vivi questo tran tran di interviste radio e tv? È successo tutto nell’ultimo periodo a livello radiofonico?
Abbastanza bene. Non sono una persona che ama parlare tanto ma, mi piace farmi conoscere e rispondere a domande interessanti.
Sì, nel giro dell’ultimo anno.
2_ Space Doll è il titolo del tuo ultimo singolo, uscito il 29 gennaio 2021. Come mai questa idea della “bambola spaziale”
La bambola spaziale è stato il punto di arrivo di un viaggio mentale. L’ho scritta l’estate scorsa, verso luglio. Ero in camera e avevo voglia di scrivere. Mi sono completamente rilassata, ho svuotato la testa e sono partita per questo viaggio. Mi sono sentita, per l’appunto, proprio come una bambola spaziale.
3_ Hai scritto Space Doll l’estate scorsa. Il tuo viaggio nella musica è iniziato prima o dopo TikTok?
Pubblicamente è iniziato nell’estate 2019, quando ho fatto uscire il mio primo singolo “Sto una bomba”. Sono sempre stata un’appassionata di musica, specie del genere rap. Ho iniziato a scrivere frasi e pensieri alle scuole medie.
Poi mi sono indirizzata più sulla stesura di canzoni vere e proprie. Ho pubblicato il mio primo pezzo, mi vergognavo un po’ ad iniziare. Avevo paura – per la mia giovane età – che mi prendessero in giro. Alla fine mi sono “buttata” e l’ho fatto.
4_ A scuola scrivevi pensieri: avresti potuto trasformarli in video. Perché hai scelto invece di metterli in musica?
Ai miei tempi andava molto il rap italiano come Mostro, Lowlow, Gemitaiz e la scena americana con Nicki Minaj, Travis Scott. Ho deciso di provare anch’io a far parte di quel mondo.
5_ Ho visto che sei parte di una realtà che segue molti artisti web: sono stati loro a trovarti e a dirti di provare a fare musica o, sei stata tu a cercarli?
No, io non cercavo nulla. Mi è arrivata questa proposta, ci siamo incontrati faccia a faccia e abbiamo deciso di iniziare questo percorso assieme.
6_ Prima mi parlavi della rap scena americana. Tu sei stata in America per il videoclip di Blanco Brown “The Git Up”: ti ha lasciato qualcosa dentro (l’America)?
Sì, se non ricordo male nel 2019. Lo abbiamo girato a Nashville in Tennessee (USA). Ho sempre amato l’America. Fai conto che ci abita mia zia che si è trasferita lì da giovanissima. Ho sempre voluto andare a trovarla ma non c’era mai l’occasione. Mi è arrivata questa proposta, da un giorno all’altro, e sono partita. È un altro mondo!
7_ Non hai mai sentito la responsabilità di essere così popolare sui social, da finire addirittura in America in un video musicale internazionale?
La responsabilità ce l’hai solo se ti poni il problema di dover educare le persone che ti seguono. Io non mi pongo questo problema: il dovere di educare i ragazzini su TikTok è dei genitori, non spetta a me.
8_ Pensi di dare il buon esempio?
Una via di mezzo. Mostro vari aspetti della mia personalità sui social, non ho un’unica identità.
9_ Fai un genere particolare per l’Italia. In futuro, pensi di cambiare rotta o continuare a esprimerti così?
Mi piace esprimermi in vari modi. Ho altri pezzi pronti “nello zaino” che non sono propriamente rap o trap. Mi piace spaziare, insomma.
10_ Questo mi fa pensare a una Daddato del futuro: sarai più personaggio pubblico o cantante?
Sicuramente cantante. Non ho mai voluto essere un personaggio pubblico. Ho iniziato a fare video per gioco su Musically – ora TikTok – a 12 anni. Hanno iniziato a seguirmi in tanti, mi ci sono ritrovata in mezzo. Non era il mio obiettivo.
Ovviamente sono grata di tutto ciò che ho e sono felice di avere gente che mi segue e supporta.
11_ Se avessi 12 anni oggi, inizieresti da zero a pubblicare su TikTok o aspetteresti qualcosa di nuovo?
No, non inizierei mai probabilmente. Con ciò non rinnego di averlo fatto – ormai l’ho fatto – perché non mi pento mai delle mie scelte. Se potessi vivere un’altra esistenza però, non pubblicherei.