Mobrici ci ha raccontato del suo ultimo album “Gli anni di Cristo” e le collaborazioni con due artisti. Leggi e ascolta l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Matteo Osso a Mobrici all’interno di Ma che sera: il programma serale di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al giovedì dalle 21.00 alle 23.00.
1_È appena uscito il nuovo album “Gli anni di Cristo” che hai scritto nell’anno dei tuoi 33.
Il disco è una raccolta di canzoni che ho scritto quest’anno e che mi è venuto spontaneo chiamare così. Non c’è un riferimento alla cristianità, ma alla vita di un ragazzo o di un giovane adulto che arriva ad un traguardo. È un’età importante.
2_Che Matteo sei oggi rispetto a quello degli inizi?
Sono un’altra persona perché l’esperienza nel corso degli anni mi ha fatto crescere molto e mi ha fatto capire molte cose. Non cambierei mai la mia vita del passato con quella di oggi. Ci sono quelli molto nostalgici dell’adolescenza, io invece per niente. Non vedo l’ora di vedere dove si andrà a finire.
3_È un album pieno di domande, ma hai trovato le relative risposte?
Forse le troverò con il prossimo album, chi lo sa. Mio padre alla mia età era molto più avanti, quando guardo le sue foto penso al passato e al futuro. Un’altra cosa su cui mi scontro è il discorso sui figli. Penso se sia giusto da afre in un momento come questo oppure no. Si dice che i figli si fanno per amore, a me sembra che proprio per questo non si dovrebbero fare, visto il mondo che stiamo vivendo. C’è un altro brano, “Amore mio dove sei”, dedicato alla donna della mia vita che non ho ancora incontrato, quindi mi sono portato avanti in un certo senso.
4_È una riflessione interessante.
Non è questione di essere più avanti o più indietro, non dobbiamo rispettare una data. Siamo cresciuti con delle scadenze, con la scuola, l’università, moglie, figli ma non funziona così. Ci stiamo accorgendo adesso che non funziona. Se aspiriamo alla felicità queste scadenze non funzionano, siamo ancora in tempo quindi per prendere decisioni, cambiare strada e vedere dove ci può portare la nostra felicità. Bisogna essere più anticonformisti, specialmente oggi che con i social e la globalizzazione è necessario, secondo me, tenere un piede un po’ fuori. Fa bene per seguire se stessi e non quello che ci viene insegnato.
Mobrici: «Ecco perché ho collaborato con Fulminacci e Vasco Brondi»
5_Dopo il periodo che abbiamo vissuto, quanto conta tornare a esibirsi davanti a un pubblico?
L’anno scorso sono stato il primo a fare un concerto post pandemia perché era il 1 aprile 2022, quindi il primo giorno senza mascherine e con i locali aperti. Mi aspettavo gente in paranoia, invece dopo un minuto dalla mia salita sul palco era tutto bellissimo. Io penso, però, che questa questione debba essere lasciata alle spalle, non sono un negazionista nella vita, ma secondo me è meglio dimenticare.
6_Per te è stata una liberazione poter tornare a cantare insieme al pubblico.
Vedere gli occhi da vicino di chi ascolta la tua musica non è come ricevere un messaggio su Instagram, è un’altra cosa. Esibirsi in live non ha prezzo, sono molto contento infatti dei concerti che ci saranno. È la mia attività preferita perché tocco con mano quello che fai.
7_Ci sono due tuoi amici che hanno collaborato con te nell’album, Vasco Brondi e Fulminacci.
Con Fulminacci ho registrato la cover di Fabri Fibra “Stavo pensando a te”. Era partita per gioco e poi negli anni è stata pubblicata su Youtube, quindi ho pensato di registrarla e di includerla nel disco. Vasco Brondi è un amico che stimo molto, avevo scritto “Amore mio dove sei” dedicata ad un amore non ancora incontrato e avevo bisogno di lui a livello artistico all’interno del pezzo. Avevo bisogno della sua metrica e della sua potenza lirica. Abbiamo registrato la canzone e adesso uscirà anche un video. Sono contento perché riesco a portare nel disco gente che stimo.