Le parole del noto brano dei Ricchi e Poveri rimangono sempre attuali: “Che sarà della nostra vita? Chi lo sa!”
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Anna Patti e Carlo Mondonico ai Ricchi e Poveri all’interno di Spoiler: il programma giornaliero di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.30.
1_ L’anno scorso a Sanremo abbiamo cantato assieme. Adesso è appena uscito il vostro nuovo album ReuniON. Raccontateci di questa nuova versione di “Che sarà” con José Feliciano.
Angela Brambati: Quando gli è stato proposto di collaborare alla canzone era entusiasta. Siamo subito entrati in sala a ricantarla e ci è sembrato come se José fosse lì con noi, nonostante la distanza. Lui era in America e noi in Italia.
Marina Occhiena: Nonostante il Covid, ci siamo riusciti.
2_ È sempre una canzone molto attuale, sebbene abbia cinquant’anni (1971).
Angela Brambati: Esatto, “che sarà della mia vita chi lo sa”. È molto attuale.
3_ Il brano parlava degli emigrati italiani che cercavano un futuro altrove. Oggi invece, è diventato un po’ un inno degli italiani all’estero. Racconta dell’incertezza della vita ma con parole di speranza.
Franco Gatti: Prima andavano tutti all’estero e ora tornano in Italia.
Angelo Sotgiu: Parla del dubbio, del non conoscere il domani. Ce la dobbiamo mettere tutta per far sì che vada meglio.
Marina Occhiena: Viviamocela con ottimismo.
Angela Brambati: Questo concetto vale per tutti.
4_ Raccontateci del nuovo album, abbiamo aspettato tanto per poterlo ascoltare a causa dell’emergenza Covid. Nel disco rivisitate i vostri più grandi successi.
Angelo Sotgiu: È stato veramente difficile fare una scelta perché sono solo 21 canzoni mentre noi, ne abbiamo fatte almeno 200 nel corso della nostra carriera. Credo che abbiamo selezionato quelle più giuste.
Franco Gatti: Ci siamo confrontati tra noi su quali brani inserire nella tracklist.
Angela Brambati: È stata una gioia ricantarle tutte insieme.
5_ A cantarle infatti è la formazione originale al completo, giusto?
Angelo Sotgiu: Sì. Per esempio, “Coriandoli su di noi” era la sigla della trasmissione televisiva “Tante Scuse” (condotto da Sandra e Raimondo Vianello) che andava in onda 50 anni fa. L’abbiamo riscoperta, riarrangiata in modo diverso. Ci è piaciuta moltissimo.
Angela Brambati: Poi certo, ci piacciono certe canzoni perché evocano dei bei momenti. Non saranno gli stessi ricordi degli ascoltatori ma comunque, speriamo si smuova qualcosa.
Franco Gatti: Sono canzoni popolari che conoscono tutti e che si cantano alle feste.
6_ Le vostre canzoni ormai fanno parte della storia della musica italiana, della storia di ognuno di noi. Le conoscono tutti, non hanno limiti d’età. Ad ogni festa c’è una almeno un vostro pezzo.
Angela Brambati: Siamo nelle case degli italiani da tanti anni. Chiunque ci conosce. Siamo parte della famiglia e portiamo allegria.
7_ Sono 50 anni di carriera – che celebrate con questa reunion – ma anche 50 anni di amicizia.
Marina Occhiena: Un’amicizia che non è mai finita.
Angela Brambati: Siamo sempre stati amici, salvo in alcuni momenti. Ora ci siamo ritrovati ed è ancora meglio di prima.
8_ Avete già fatto altre raccolte in passato. Avete all’attivo più di 20 album e più di 200 canzoni. Sono pochi gli artisti che vantano una carriera così ricca.
Angelo Sotgiu: Vero. C’è stato un periodo in cui facevamo un album all’anno.
Angela Brambati: Abbiamo sicuramente dei meriti ma siamo stati molto fortunati. Siamo riusciti a “non sparire” dopo un solo album, come invece capita ad altri artisti.
9_ Il Covid ci ha tolto una parte fondamentale della musica, i concerti, sia per noi spettatori sia per voi musicisti. Vi vedremo prossimamente dal vivo?
Marina Occhiena: Siamo fermi da un anno. Dopo Sanremo ci siamo chiusi in casa.
Angelo Sotgiu: L’ultimo album era quasi pronto ma con le restrizioni, è stato pubblicato molto in ritardo. D’altronde, non c’era nient’altro da fare. Appena si riaprirà, sempre se tutto funziona a dovere e ne abbiamo la sicurezza, si prenderanno degli accordi per organizzare qualcosa.
Certo è che, se la solfa è quella dell’anno scorso, è meglio aspettare.
Franco Gatti: Se volete, venite a casa nostra che vi facciamo un concerto personale (ride, ndr).