Per Samuele Bersani, dopo il buio c’è sempre la luce. A darne prova sono i testi delle sue canzoni. Ascolta e leggi l’intervista!
Wake Up: l’intervista di Francesco a Samuele Bersani
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Francesco Bianco a Samuele Bersani all’interno di Wake Up: il programma giornaliero di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 7.30.
1_ Il tuo album “Cinema Samuele”, arrivato dopo 7 anni di fermo, è stato accolto da un coro unanime di lodi. Te lo aspettavi?
Sapevo che, nel mentre, stavo facendo un buon lavoro. Mi ha fatto molto piacere trovare da parte di giornalisti e colleghi, un affetto che non avevo mai ricevuto prima.
2_ Ultimamente cambiano spessissimo le classifiche. È cambiato tutto da quando tu cantavi. Avrai notato che nel 2020, la scena musicale è stata dominata da rapper e trapper.
Sì, se non hai una X, una K o una J nel nome non vali nulla. Tornando indietro, forse avrei dovuto fare così (ride, ndr).
3_ È veramente un cinema di emozioni questo album.
Mi auguro che si possa cogliere nelle mie canzoni un aspetto di rinascita. Nei miei brani non c’è mai un muro contro cui andare a sbattere. Anzi, diciamo che “Il tuo ricordo” è una canzone che sembra stia facendo anche del bene.
Non riuscire a emanciparsi da quella scheggia di ricordi che fanno male, dal tempo che è passato, di qualcuno che è passato nella loro vita, è una sensazione che in tanti hanno provato.
Alla fine della canzone, il presente vince sul passato. Alcuni mi dicono che la considerano (Il mio ricordo) come un sostegno.
Così come Harakiri, il cui testo ruota attorno a un personaggio borderline con conflitti e fragilità che non vive bene ma, alla fine della canzone, diventa una lucciola umana nel buio e ne esce vincitore.
Il buio è il fil rouge dell’album. Nei pezzi del disco è presente il concetto di superamento del blackout.
Samuele Bersani: “Dopo il buio c’è sempre la luce”
4_ La cosa che mi ha sempre colpito è la tua capacità di unire complessità e leggerezza. Come riesci ancora a farlo, nonostante la tua (non più giovane) età?
Sinceramente non so dove mi aggrappo per trovare l’ironia. Penso ci siano due estremi che mi spaventano: le persone che sono ironiche con gli altri e, allo stesso tempo, non sono dotate di autoironia. Ne incontro molte così. Me ne sono accorto soprattutto in questo anno passato in streaming e non nella vita reale.
Io mi sono sempre preso in giro molto nella vita. Nelle mie canzoni ho raccontato sempre i miei limiti. In questi ultimi, c’è una fragilità che alle volte fa ridere.
5_ Ho letto che la tua canzone preferita dell’album è “Il tuo ricordo”.
Non lo so, ti dico la verità. Mi sono immerso totalmente in questo disco: ogni canzone è stata un po’ un capitolo. Il tuo ricordo è sicuramente un pezzo molto autobiografico che sento mio. L’ho anche scritta al piano (l’unica del disco). Altri pezzi che mi piacciono sono Pixel e Le Abbagnale.
Ora mi sto preparando per le date che potrebbero arrivare. Sto cantando a casa.
6_ Sono ancora confermate le date di aprile ma credo non si faranno, giusto?
Penso slitteranno. Ancora non ho ricevuto nessuna comunicazione ufficiale. Appena saprò qualcosa, lo comunicherò a chi ha acquistato i biglietti.
7_ Com’è il rapporto con il tuo pubblico? Rispondi di persona sui social network o hai uno staff che lo fa al posto tuo?
Non mi è mai piaciuta la parola staff. Capisco che a un certo punto possa diventare comodo – e quasi obbligatorio – avere qualcuno che ti dà una mano. Al momento però, rispondo io.