Virginio ha coniato un termine tutto suo, il patriottimismo, che racconta la bellezza dell’essere italiano. Leggi e ascolta l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Anna Patti a Virginio Nero in onda dal lunedì al venerdì dalle ore 14.00.
1_ Parliamo del tuo nuovo singolo: “Brava gente”.
È un altro passo in avanti verso l’album in lavorazione. Ci stiamo credendo molto, sta prendendo forma. La cosa bella è che man mano vedo crescere l’affezione verso questi nuovi brani. Mi piace poter parlare dell’Italia non solo raccontandola come paese, ma anche facendolo attraverso la mia personale visione.
2_ La musica del brano è leggera però il testo è carico di riflessioni e significati.
Il titolo è un chiaro riferimento al film di Giuseppe De Santis del 1964. Racconta di un dopoguerra, che forse è un po’ quello che stiamo vivendo anche noi adesso. Ci sono vari riferimenti al fatto che nel film i soldati aiutavano anche il nemico.
Questo è ciò di cui parla la canzone: non discriminare nessuno, inclusione e aiuto reciproco, soprattutto verso chi è apparentemente diverso. Per me non è buonismo, ma realismo. È rendersi conto che siamo 7 miliardi e più e bisogna darsi una mano a vicenda. Non dobbiamo lasciarci incattivire dal momento, anzi, è proprio adesso che dobbiamo essere ancora più coesi.
3_ Hai coniato un termine nuovo: “patriottimismo”.
Io spero e voglio che il mio Paese, e non solo, sia sempre migliore. Sembra un concetto etereo, ma io ci credo veramente.
4_ Con “Rimani”, il singolo pubblicato il 2 aprile 2021, sei tornato alle origini.
Ho fatto un mix del Virginio che ho fatto conoscere all’inizio. Ho voluto raccontare il bisogno di essere liberi in amore, essere se stessi, rispettarsi e capire cosa si vuole realmente. Nella canzone non racconto solo la fine di una storia d’amore, ma la presa di coscienza di quello che si è, dell’individuo. “Rimani” è il nuovo “ti amo”. È una parola più concreta, una presa di posizione. Le storie sono tutte diverse, ma c’è un comune denominatore che è quello del compromesso. Spesso ci si mette un po’ da parte, è normale. L’importante è che questo non prenda il sopravvento, perdendo noi stessi.
5_ “PS Postscriptum” nasce da un progetto particolare.
Parole liberate è l’associazione che invita i cantautori della musica italiana a musicare la poesia di una persona detenuta. PS Postscriptum nasce da uno scritto di Giuseppe Catalano, ex detenuto del carcere di Opera. Ho presentato la canzone per la prima volta nel teatro del Carcere di Opera ed è stato molto emozionante e intenso.
6_ Una canzone può avere anche un significato sociale, mi sembra che tu vada verso questa direzione.
Per me la musica è una cura, un modo per sentirmi vicino alle persone e farle sentire meno sole o più leggere. Tutto può diventare terapeutico, musica compresa.
7_ Cosa farai quest’estate?
Ci sono nuove date che man mano stiamo comunicando sui social e sul sito. Ci saranno anche dei concerti ma con cautela: è un momento di ripartenza, ma bisogna comunque stare attenti, proteggendoci da questa situazione così complicata.