Di Capitano ce n’è uno e no, non avrebbe mai abbandonato la sua città e neppure la sua squadra: «Non andrò lì perché non è la mia storia. La mia storia è Roma» come si sente pronunciare ne Il Gladiatore. Non il Real Madrid che lo voleva tanto.
Per il compleanno di Francesco Totti sono accorsi in molti alla presentazione della biografia del calciatore che ha avuto luogo nientemeno nel Colosseo. Da Ilary Blasi con i figli, a Walter Veltroni e la sindaca Virginia Raggi – ex compagna di scuola – per concludere con una sfilza di calciatori ed esponenti di quel mondo come Cassano, Prandelli, Ranieri, Marcello Lippi, Zaccardo e Materazzi.
Un capitano è il nome del libro – edito da Rizzoli e scritto in collaborazione con il giornalista Paolo Condò – i cui proventi saranno destinati all’Ospedale Bambino Gesù.
«È un’emozione unica, quando entri in un posto magico come questo provi qualcosa di diverso, soprattutto poi se sei romano. In questo libro non parla tanto il giocatore, quanto il ragazzo di strada che è diventato uomo. La strada ti aiuta a capire tante cose, quella era la realtà di prima. Molto più bella e intensa, c’era più verità. Sono contento del percorso che ho fatto».
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«Sento più amore adesso di quando giocavo. Prima in giro per i campi la gente mi fischiava e mi insultava, ora mi applaude e mi ringrazia».
«Vincere lo scudetto a Roma è come vincerne dieci da altre parti».