A 84 anni il sipario è calato su Carla Fracci, l’eterna fanciulla danzante a cui persino Eugenio Montale dedicò una poesia. L’étoile della danza si è spenta dopo aver lottato contro un male terribile, un tumore, che fino all’ultimo aveva cercato di sconfiggere con tenacia e riservatezza. Le condizioni della ballerina però negli ultimi giorni si erano particolarmente aggravate fino a oggi, 27 maggio 2021, quando su di lei si sono spenti definitivamente i riflettori.
You are wonderul le aveva confessato un commosso Charlie Chaplin dopo averla vista danzare. Noi non possiamo che accodarci alle parole del grande attore e salutare per sempre colei che, ci piacerebbe pensare, stia danzando libera fra le stelle.
Addio Carla Fracci, ora danzi fra le stelle
Nacque a Milano nel 1936 da una famiglia di umili origini. È considerata una delle più grandi e celebri ballerine del ‘900. Nel 1981, pensate, il New York Times la definì “prima ballerina assoluta”.
Nel 1946 iniziò a studiare niente meno che alla scuola di ballo del Teatro alla Scala con Vera Volkova e altri grandi coreografi, diventando nel 1958 prima ballerina.
Una vita sulle punte la sua, iniziata quasi per gioco su consiglio di alcuni amici di famiglia:
“All’inizio non capivo il senso degli esercizi ripetuti, del sacrificio, dell’impegno mentale e fisico. Io, poi, sognavo di fare la parrucchiera. Fu pesantissimo” confessò in una delle sue primissime interviste.
Arabesque dopo arabesque, plié dopo plié, temprata da sacrifici, studio e disciplina, Carla arrivò a esibirsi con alcune delle più prestigiose compagnie di ballo come: il Royal Ballet, London Festival Ballet, Stuttgart Ballet e il Royal Swedish Ballet…
Oltre all’estrema eleganza e raffinatezza che da sempre l’ha contraddistinta, di Carla Fracci restano memorabili le magistrali interpretazioni nei ruoli romantico-drammatici di Giselle, La Sylphide, Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini e Medea.
Alcuni fra i più grandi ballerini come Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Marinel Stefanescu, Alexander Godunov, Erik Bruhn, Gheorghe Iancu e il nostro amato Roberto Bolle ebbero l’opportunità e il privilegio di danzare accanto alla Regina.
“In tanti mi hanno chiesto come ci si sente a essere un mito. Ma i miei che erano dei lavoratori, padre tranviere, madre operaia mi hanno insegnato che il successo si deve guadagnare. E io ho lavorato, lavorato, lavorato… ” aveva raccontato la talentuosa figlia del tramviere, dando prova che i sogni possono diventare realtà.