Leo Gassmann ci ha raccontato cosa contiene il nuovo disco “La strada per Agartha” e i progetti futuri. Leggi e ascolta l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Andrea D’Agostino a Leo Gassmann all’interno di Arena Lattemiele: il programma pomeridiano di Radio LatteMiele in onda dal lunedì al venerdì dalle 16.00.
1_ Nel tuo nuovo album “La strada per Agartha”, ci sono delle parti narrate con Massimo Dapporto. Agartha che cos’è?
Agartha è un pianeta sotterraneo abitato da giganti che vivono di musica e di agricoltura che incontrano due naufraghi umani a cui insegnano la bellezza della musica e della loro società senza guerra, senza disparità sociali. Mi sono immaginato di fare questo viaggio alla ricerca della bellezza della musica e i giganti che incontro io sono le collaborazioni del disco.
2_ Questa ispirazione arriva da un libro?
“Il Dio fumoso” di Willis George Emerson, un libro del 1800 che si presenta come una raccolta di appunti di viaggio di due naufraghi. Mi ha colpito tantissimo perché è scritto così bene che sei portato a pensare che questo posto magari esiste veramente.
Pare che nella seconda Guerra Mondiale siano stati fatti veramente degli scavi e che anche Mussolini cercò questo luogo perché diceva avesse un tesoro enorme, gigantesco nascosto. Mi hanno poi scritto nel direct di Instagram che da qualche parte esiste anche la porta di Agartha, a Siracusa, non vorrei sbagliarmi.
3_ Sulla strada per Agartha cosa hai trovato?
Io sulla strada per Agartha ho trovato tanti amici, tante esperienze uniche che hanno reso il mio viaggio speciale e ricco di emozioni: sono stato in Inghilterra da “Will and the People”, una delle collaborazioni dell’album e unico brano in inglese del progetto; a casa di Edoardo Bennato a Napoli, mi ha fatto vedere il quartiere in cui è nato e cresciuto; sono stato in giro col furgone in Calabria.
Ho avuto modo di collaborare con Matteo Costanzo, ho conosciuto Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale) che mi ha dato un suo brano e Riccardo Zanotti de I Pinguini Tattici Nucleari, con cui ho collaborato per i brani “Terzo Cuore” e “Volo Rovescio” (secondo singolo fatto in collaborazione con lui e Marco Paganelli). Sono una grande famiglia.
La grafica interna dell’album è curata da un artista sudafricano che ha una storia meravigliosa. Nel disegno ci sono io che entro da una porta e incontro questi giganti, l’abbiamo realizzato insieme. La foto della copertina invece è stata scattata da uno dei miei migliori amici: ho creato proprio una famiglia intorno a me! Ho collaborato anche con un artista indiano che ho conosciuto in università e suonava il pianoforte al cambio dell’ora. Ciò di cui vado fiera è che ognuno degli artisti con cui ho collaborato ha intrapreso il proprio percorso nella musica.
4_ Sulla copertina dell’album sei seduto tra i banchi di scuola, la primavera scorsa ti sei laureato. Com’è il tuo rapporto con lo studio, che tipo di studente sei?
Sono stato uno studente medio a livello di voti, nel senso che mi impegnavo parecchio però al liceo, nelle versioni, non prendevo più di 5 e all’orale andavo bene perché la letteratura mi piaceva tanto. Nelle traduzioni ero proprio negato, compensavo con l’orale e avevo sempre la media del 7. Alla fine però il liceo è andato benissimo, sono uscito con 92, molto dignitoso. Anche la laurea alla fine è andata bene, non il primo della classe insomma ma, neanche l’ultimo.
5_ Anche nella musica non si smette mai di imparare.
Mai sentirsi di “essere arrivati”, mai pensare di aver raggiunto qualcosa. Non è un caso che il mio album si chiami “La strada per Agartha”. Mi piace l’idea di considerarmi ancora in viaggio, questa è una cosa che mi insegnò Pino Daniele, era un amico di famiglia.
Mi colpì il fatto che lui ancora a 40 anni studiava uno strumento, aveva il maestro di chitarra e mi diceva: «Leo non devi mai smettere di studiare, mi raccomando». È una cosa bellissima perché Pino aveva questa voglia di crescere, di imparare ogni giorno e mi ha trasmesso questa voglia di migliorarmi giorno dopo giorno.
6_ All’interno dell’album c’è un brano dedicato a Lucio Dalla che si chiama “Caro Lucio”. Che rapporto hai con la musica di Lucio Dalla e con Lucio?
Ci sono cresciuto e mi ha tenuto compagnia, è stato uno dei motivi per cui ho deciso di fare musica. Ho scritto questo brano per necessità e ho avuto modo di cantarlo davanti a persone che hanno avuto il piacere di conoscerlo e che si sono commosse quando l’hanno ascoltato. Quindi ho deciso di includerlo perché è un brano che parla molto di me e della mia generazione.
7_ Che consiglio chiederesti a Lucio?
Gli chiederei di darmi un po’ della sua positività, magia musicale e oratoria, perché Lucio era un cantautore incredibile e starei ore ad ascoltarlo. Per me è stato fondamentale.
8_ Non hai ancora annunciato un tour di concerti, cosa bolle in pentola?
Lo annuncerò a breve, sarà un tour estivo e poi ce ne sarà anche uno invernale. Questa estate suonerò parecchio con tutta la band ed è veramente quello che desidero da un sacco di tempo e voglio proprio far casino, fare festa con le persone che verranno!