Will ci ha raccontato la bellezza dei difetti e come vive il non sentirsi “mai abbastanza”. Leggi l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Matteo Osso e Benedetta Mazza a Will all’interno di Ma che Festival: il programma pomeridiano di Radio LatteMiele in onda dalle 17.00 alle 20.00.
1_ Hai cominciato relativamente da poco a fare musica.
Mi sembra ieri e adesso sono qua, sicuramente sono il più novellino di tutti al Festival. Mi piace, me la godo. Mi piace questo avere il ruolo di colui che ha tutto da prendere e nulla da perdere. È bello e ti alleggerisce anche un pò.
2_ Il brano “Stupido” parla d’amore.
Si parla d’amore ma può essere visto in mille modi diversi. Siamo stati tutti stupidi almeno una volta nella vita, io anche più di una, e sono contento di esibirmi con una canzone che mi rappresenta al 100%. La provo all’infinito, cantarla sul palco è ancora più bello.
Sono contento di avere l’occasione di cantarla più volte perché so che, al primo ascolto certe cose, non arrivano.
3_ Nel pezzo dici: “Parole parole non bastano, siamo occasioni che passano, siamo dolori che canterò, so che se torni non basterò”. Perché hai scelto proprio queste come tue parole preferite?
Se devo scegliere una parte in cui mi rivedo al 100% – mi rivedo in tutto il testo – è questo concetto. Nell’insicurezza hai quella consapevolezza che noi giovani abbiamo ma che ogni tanto va poco di moda tirare fuori. Del ritornello poi io sono innamorato.
4_ Ti è mai capito di non essere abbastanza per qualcuno o qualcuno che è tornato e tu non ti sei sentito abbastanza?
A me capita di non sentirmi abbastanza in mille occasioni, non mi vergogno di dirlo. In questo lavoro, che faccio da poco, capitano mille situazioni dove io non ho paura di dire che non mi sento assolutamente a mio agio.
5_ In voi giovani c’è un’apertura diversa nei confronti di un certo tipo di fragilità che le generazioni più adulte spesso tendono a nascondere. Mostrate anche quel lato lì, dimostrando che non c’è più bisogno di vergognarsene.
Con il tempo ho capito che i miei difetti, le mie mancanze, sono proprio le cose che mi caratterizzano di più. I pregi, passano molto più inosservati quindi mi piace sottolineare i miei difetti, mi da una sicurezza in più.
Will: «Non vergognatevi di non sentirmi “mai abbastanza”»
6_ Qual è il tuo miglior difetto?
Il mio migliore, la sincerità. Il bello di fare musica è mettere quei concetti che più rimangono alle persone. I difetti rimangono di più dei pregi.
7_ La tua canzone ha difetti?
No, è perfetta. (ride, ndr).
8_ Sanremo Giovani: il momento in cui c’era da decidere chi passava e chi no, ansia?
Si ma un’ansia strana perché lì c’è il verdetto che è divisivo, alcuni passano e altri no. Invece qua si è banalmente sulla stessa barca: c’è la classifica però tutti hanno il proprio spazio e sta a noi prenderlo al meglio. Lì c’era questo peso del verdetto che a me personalmente è arrivato proprio quando sono salito sul palco e mi sono totalmente fatto coinvolgere dall’ansia.
Ero anche molto amico di alcuni dei partecipanti quindi c’era quella cosa del “io passo e lui no”. Io ero pronto a perdere in realtà, non davo nulla per scontato. Può essere il tuo momento come non esserlo.
9_ A proposito di progetti, l’album? A parte il titolo un pò particolare perché si chiama Manchester.
“Manchester”, il titolo, è l’ultima cosa che ho deciso. Quando l’ho riascoltato e dovevo scegliere qualcosa che mi rappresentasse ho optato per la città di Manchester che, sia dal punto di vista calcistico sia dal punto di vista dell’emozione e dei ricordi, mi ha lasciato tantissimo.
Le canzoni vi sorprenderanno, saranno anche un pò diverse dal solito: alcune un pò più mature, altre un pò più immature come è giusto che sia. Raccontano tante cose che finora non ho fatto. Sarà una bella sorpresa.
10_ Sarà anche un’occasione per il pubblico che ancora non ti conosce, Sanremo ha una platea enorme.
Adoro questa cosa di Sanremo. in questi giorni fai foto e autografi a persone che non avresti mai immaginato. Quanto mi gasa!