Gianni Morandi ha svelato cosa non manca mai nella sua valigia per Sanremo e a cosa si è ispirato per il brano. Leggi e ascolta l’intervista!
Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Max Occhiato e Giorgio Dazzi a Gianni Morandi all’interno di 1 dei due: il programma di Radio LatteMiele in onda (durante la kermesse musicale) dalle 13.30.
1_A quanti Festival di Sanremo hai partecipato?
Ho partecipato a tanti Festival: in gara, da ospite, da conduttore. È sempre bello essere a Sanremo ma, la cosa più bella è essere in gara!
2_Nella valigia di chi va a Sanremo cosa non deve assolutamente mancare?
Nella mia valigia ci sono sempre le scarpe da corsa perché con tutto quello che succede qui a Sanremo, le scarpe da running ti fanno scaricare le tossine. Poi qui c’è una ciclabile meravigliosa.
3_”Apri tutte le porte” è un inno all’allegria.
La canzone comincia così: “Il male passerà, sto passando io e lui resta”. Anche se abbiamo ancora questa cappa soffocante addosso dovuta al virus che non ci lascia in pace da due anni, la speranza comunque deve continuare a esistere. La speranza di vedere in fondo il sole, di aprire una porta e trovarsi davanti il mare.
Gianni Morandi: “Il mio brano è un invito a non smettere di sperare”
4_La tua canzone è ricca di contaminazioni: il tuo classicismo, la produzione Mousse T e la scrittura di Jovanotti.
C’è un bel mix. Io sento dentro le atmosfere tipiche di Wilson Pickett, di Otis Redding, di Tamla-Motown. Jovanotti aveva scritto la canzone in un certo modo, poi la produzione di Mousse T ha dato il tocco finale.
5_È arrivato il momento della “Domanda per tutti”: Sei costretto ad ascoltare una sola canzone in loop, quale scegli?
Ce ne sono tante. Mi piace molto “Just the way you are” di Billy Joel perché è legata a un ricordo personale. Se dovessi scegliere la canzone che ho amato quando ero ragazzo scelgo “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo perché mi innamorai di una ragazza.
6_Hai dedicato la tua nuova canzone, “Apri tutte le porte”, a tua moglie Anna?
È lei che l’ha dedicata a me perché abbiamo “cantato” insieme e poi, ho cancellato la sua voce (ride, ndr).