giovanni truppi intervista sanremo
Credits: IG @giovannitruppi
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Giovanni Truppi: “Voglio mostrarvi semplicemente la mia identità”

Giovanni Truppi ci ha raccontato cosa lo lega a De André e Capossela e il vero significato della sua canzone. Leggi e ascolta l’intervista!

Giovanni Truppi ci ha raccontato cosa lo lega a De André e Capossela e il vero significato della sua canzone. Leggi e ascolta l’intervista!

 

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Giovanni Truppi: “Voglio mostrarvi semplicemente la mia identità”

Qui di seguito vi riportiamo l’intervista di Matteo Osso Viola Cecconello a Giovanni Truppi all’interno di Tutti Amano Sanremo: il programma di Radio LatteMiele in onda dalle 17.00 durante la kermesse musicale.

1_Cosa si prova a essere sul palco di Sanremo?

Sono giorni di lavoro intensi. Purtroppo siamo chiusi in albergo, quindi vivo questa esperienza in modo diverso, ma sono tanto contento.

2_Cosa vuoi raccontare al pubblico che inizia a conoscerti adesso?

La mia identità, il percorso fatto in questi anni lontano dal grande pubblico, dalla televisione, in cui però ho lavorato tanto: ho fatto concerti, pubblicato dischi e lavorato alla costruzione della mia identità ed è questo quello che voglio mostrare.

3_Cosa hai provato quando sei salito sul palco la prima volta?

Questa esperienza di solito arriva a valle di un lavoro di squadra di mesi. Da solo invece devi fare quei 3 minuti di canzone che poi concretizzano tutto e può succedere qualsiasi cosa.

4_C’è chi anziché ascoltare la tua canzone si è focalizzato sulla canottiera che hai indossato. Cosa ne pensi?

Un po’ mi ha colpito. Indosso la canottiera perché l’ho sempre indossata da quando faccio i concerti, quindi da quasi 20 anni. Non è stata una cosa tanto pensata, però è legata all’idea di semplicità che io associo alla musica. Non volevo mancare di rispetto al palco dell’Ariston.

Giovanni Truppi: “Voglio mostrare la mia intera identità”

5_”Tuo padre, mia madre, Lucia” non sono i protagonisti della canzone, ma sembrano quasi gli spettatori di un amore.

È così. Ce ne siamo accorti anche a noi a posteriori. È una canzone molto teatrale, in quanto è come se il testo fosse il palco sopra il quale si svolge la storia e poi in platea, c’è il titolo. Volevo raccontare una relazione che è passata dal momento dell’innamoramento e dell’amore senza condizioni, a quello in cui si comincia a creare un progetto di vita insieme e ci si confronta con la realtà e il mondo esterno. Una volta scritta la canzone ci siamo resi conto che aveva queste componenti.

6_Nella cover che hai scelto di interpretare ci sei tu, Fabrizio De André e Vinicio Capossela. Qual è il filo che lega questi 3 artisti?

Sono molto in imbarazzo a essere un vertice di questo triangolo in cui ci sono due artisti così importanti. Mi sento molto legato a De André e a Capossela per il modo in cui loro hanno formato il proprio percorso artistico. In questo sono dei riferimenti assoluti per me. Il continuo spirito di ricerca, il rigore, l’aver realizzato delle opere che fossero qualcosa di più della somma delle parti. Ogni volta che penso a un loro disco penso a un’entità a sé con una propria architettura e anima.

7_È arrivato il momento della “Domanda per tutti”: sei bloccato nel traffico mentre stai andando a Sanremo e puoi ascoltare una sola canzone. Quale scegli?

Di pancia mi viene da dirvi “Musica leggerissima” di Colapesce e DiMartino.

Written by Redazione Lattemiele

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